Corriere della Sera (Milano)

Hall vuote, reception ridotte Mancano turismo ed eventi «I tentativi, poi la rinuncia»

-

precarietà e, quindi, una fragilità che ora è esplosa drammatica­mente. Ma anche gli albergator­i chiedono di «non essere dimenticat­i», come dice il loro presidente Naro, «e al sindaco chiediamo una moratoria sulle licenze per nuovi hotel».

Chi tiene aperto, intanto, è costretto a vivere alla giornata: «Si oscilla tra il tutto completo e lo zero — dice netto Carmine Casella, che manda avanti il piccolo Hotel Aurora in corso Buenos Aires —. Ricevo continuame­nte chiamate di clienti che avevano prenotato e che si sono visti cancellare il volo all’ultimo momento». In questo momento, per esempio, l’albergo è aperto ma vuoto. «Passo il tempo a fare voucher e Gran Duca di York, entrambi a poche centinaia di metri dal Duomo: «Sono aperti dalla fine di agosto e viaggiano su tassi di occupazion­e che vanno dal 25 al 38 per cento, con i lavoratori che si alternano a turni tra lavoro e cassa integrazio­ne». E sottolinea: «Il futuro prossimo è avvolto in una grande incertezza, perché noi viviamo sul movimento delle persone e quindi finché non tornerà il piacere di viaggiare...». È un ritrovo di viaggiator­i l’Ostello Bello, che nonostante un pubblico tendenzial­mente molto giovane ha subito l’impatto della pandemia: «Abbiamo riaperto in luglio consapevol­i che il prezzo medio era crollato — racconta Carlo dalla Chiesa — e che avremmo potuto contare al massimo su un flusso turistico europeo. Ci siamo limati tutti gli stipendi e teniamo aperto anche se è una sorta di lusso. C’è persino un certo entusiasmo tanta voglia di ripartire più forti di prima».

Le contromisu­re

Per i 30 mila impiegati del settore si chiedono più tutele e di ripensare il sistema degli appalti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy