Lo sgarbo punito a fucilate In manette i due aggressori
Per un debito
Un incontro nella periferia sud di Monza che «puzzava» di trappola premeditata. Mattia Personeni, 34enne bergamasco con vari precedenti, ci era andato pronto al peggio. Aveva un cappellino rinforzato con una protezione di plastica rigida sul capo e una penna pistola capace di sparare un colpo calibro 22 in tasca. Ma quella sera, a salvare l’uomo, era stato il riflesso di saltare, nonostante fosse già stato colpito alla schiena, dietro a un muro di cemento che lo aveva protetto dal secondo proiettile. Sui fatti del 18 giugno scorso, quando l’uomo, ferito, aveva chiesto aiuto davanti a un ristorante di viale Lombardia, prima di essere salvato dai medici del San Gerardo, gli agenti della Squadra Mobile di Monza, diretti da Francesco Garcea, hanno indagato sino ad arrestare i due esecutori materiali dell’agguato: Achille Lorenzi e Sergio Cavalli, 69 e 74 anni, nomi storici della malavita bergamasca, accusati di tentato omicidio. In manette anche la vittima, nei guai per possesso di arma clandestina. Secondo la ricostruzione degli investigatori, la vicenda nasce per un debito da 30 mila euro che Lorenzi avrebbe avuto con Personeni. Quest’ultimo è un nome noto della curva atalantina, anche se in questa vicenda il mondo ultras non c’entra. Personeni sarebbe andato a casa di Lorenzi per chiedere i soldi, dandogli uno schiaffo davanti alla moglie. Affronto che il vecchio criminale avrebbe voluto vendicare nel sangue. Per questo avrebbe detto a Personeni che «la borsa coi soldi» era nascosta a Monza. Si erano diretti in Brianza con Cavalli, e lì avevano sparato. La vittima, però, se l’era cavata, come spiegava ridendo al telefono a un amico: «Rischiavo di fare la fine di Diabolik (il capo ultrà della Lazio ucciso a Roma ndr)».