LOCKDOWN DELLE ISTITUZIONI COSÌ A VINCERE SARÀ LA DROGA
Caro Schiavi, pensando al mondo della droga, quasi automaticamente immaginiamo alcuni scenari reali con i protagonisti che li animano. Il primo è quello della devianza, della emarginazione, della sofferenza, della morte e della schiavitù dalla sostanza. Il secondo è quello dello «sballo» aggregativo e dell’alterazione di soggetti che non riescono a divertirsi senza sostanze. In genere, nel nostro immaginario i consumatori di droghe sono «ragazzi». Il limite di questa rappresentazione è che guarda solo la parte visibile di un iceberg. Ai tempi del lockdown c’era, forse, la possibilità di intravederlo: la gente stava a casa, ma la distribuzione di droghe illecite continuava, con una efficiente delivery. Adesso questi insospettabili si mascherano e quando cadono nei rapporti interpersonali, negli affetti, nella progettualità e nella salute, ripetono che «andrà tutto bene». Prendono decisioni sbagliate e credono che le sostanze che usano siano la loro forza, non la loro debolezza. Il fatto che ad uccidere o a creare danni siano le «droghe tagliate male» è una fake. Salvo eccezioni, è soprattutto il principio attivo a far male o a uccidere.
A queste persone non si pensa, fino a quando non accade un evento critico che ne svela la storia. Ma sono un pilastro fondamentale del mercato della droga, quello più certo e solido su cui fare investimenti. Possono rappresentare seri problemi per le organizzazioni in cui lavorano o se hanno un ruolo politico, sono ricattabili e corruttibili. Ma poiché degli iceberg si vede solo la punta, non ce ne occupiamo. Sarebbe importante che si facessero aiutare per cambiare uno stile di vita che, comunque, li imprigiona, anche se non sono più «ragazzi». Ma la nostra organizzazione sociale, le nostre leggi e la nostra visione del problema, sembrano costruiti affinché il tutto rimanga sommerso…
Riccardo Gatti
Caro Gatti, è inutile ripetere che sulla droga, cocaina, eroina o altro, la partita è persa. C’è una commistione pericolosa tra chi vende, chi acquista e chi copre. Abbiamo i carabinieri di Piacenza arrestati perché in combutta con i trafficanti e ci sono i festini a luci rosse con la coca nel ventilatore. Il caso della manager di banca uccisa da overdose sarà presto archiviato. L’iceberg continuerà a nascondere una piaga che in Italia regala 14 miliardi di euro alle mafie. C’è una droga della normalità che non si vuole vedere. Ogni tanto si alza una voce contro, poi silenzio. Anzi, lockdown.
gschiavi@rcs.it