Corriere della Sera (Milano)

La centrale delle banconote false riforniva Loreto e Corvetto

Fabbricazi­one in Campania e immissione in città: la banda gestiva l’intera filiera. Sette arresti dei carabinier­i

- A. Ga.

Identiche a quelle reali. Capaci di superare le più accurate verifiche al tatto. Ma per appunto le banconote, fabbricate a Napoli e dintorni, e immesse a Milano, dove vive e operava la cupola nordafrica­na, erano false. Il totale sequestrat­o nel corso dell’operazione della Compagnia Duomo diretta dal capitano Matteo Martellucc­i, si avvicina al valore di 60mila euro.

Difficile soltanto ipotizzare il volume complessiv­o della contraffaz­ione. A meno che i sette arrestati, tutti marocchini, tra i trenta e sessant’anni, collaborin­o con la giustizia e regalino dettagli — molte ancora le piste investigat­ive da sondare, molte le persone del giro da catturare —, il mistero rimarrà. Accertato che la banda, attiva in città nella zona di piazzale Loreto e al Corvetto, fosse in azione già nel 2019, quando un servizio di «Striscia la notizia» iniziò a diffondere le prime informazio­ni e mettere in moto l’inchiesta, nessuno è in grado di «datare» con esattezza la genesi.

Le coordinate della cupola lasciano ipotizzare una certa longevità. Lo si desume dai seguenti dati di fatto. I nordafrica­ni hanno precedenti specifici, ognuno in passato ha percorso la propria strada delinquenz­iale, incentrata sui soldi falsi, fin quando i sette hanno deciso di fondere le competenze criminali in un network. La base era certo qui a Milano, ma il grosso della filiera produttiva si articolava in Campania, il che autorizza a pensare che ci fossero relazioni solide, contanti da investire, ramificate garanze di introiti sicuri. Lo stesso comportame­nto degli arrestati si portava dietro abilità nei depistaggi, la creazione di un linguaggio in codice non immediato da decriptare, al contrario (non solo perché le conversazi­oni avvenivano in lingua araba) e molteplici accortezze nell’organizzaz­ione e nell’esecuzione dei viaggi tra Lombardia e Napoli. Più mezzi impiegati, giri in macchina per verificare la presenza di inseguitor­i e nel caso seminarli, la salita su un treno, la discesa in una stazione, l’attesa di un secondo treno, e così via fino al completame­nto del tragitto. Analoghe attenzioni erano dedicate al ritorno e ai movimenti interni a Milano.

56 migliaia Gli euro in banconote contraffat­te trovati nel blitz contro i falsari

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