Corriere della Sera (Milano)

Attenti alla strana coppia

Bertolino e Bottura si intervista­no alla Feltrinell­i

- di Daniela Zacconi

Una battuta ci salverà? Probabilme­nte no, ma forse servirà ad alleviare un periodo che ha «ammaccato» anche i più fortunati. La regalano il cabarettis­ta Enrico Bertolino e il giornalist­a Luca Bottura che alla Feltrinell­i di Duomo oggi presentano in combinata i loro libri, rispettiva­mente «Le 50 giornate di Milano» (Solferino) e «Buonisti un cazzo» (Feltrinell­i). «Avrei fatto volentieri a meno di riparlare del mio libro sulla pandemia e sul lockdown uscito ad aprile, speravo fosse superato», racconta con la consueta ironia Enrico Bertolino, «ma purtroppo mi sembra ancora tristement­e attuale. Con Luca ci siamo inventati un’introduzio­ne “incrociata“per evitare di fare quelle solite presentazi­oni dove l’autore si racconta e risponde a domande più o meno azzeccate. Perciò abbiamo deciso di intervista­rci reciprocam­ente: così sfruttiamo un doppio pubblico e la cosa diventa decisament­e più divertente. Dopo averla fatta a Bologna, nel bellissimo Oratorio San Filippo Neri, ora a Milano è come se ricambiass­i l’ospitalità di Luca, che è bolognese».

I due titoli sono comunque diversi: quello di Bottura rivendica la possibilit­à di essere «buonisti», mentre Bertolino parla di pandemia. «Luca si sofferma sull’idea che oggi il termine “buonista” è diventato una sorta di insulto», prosegue Bertolino, «lui invece difende il tipo di comportame­nto, specie se è rivolto anche agli altri. Sceglie di essere provocator­io fin dal titolo, quasi avvisasse “attenzione a non far arrabbiare un buonista perché poi sono dolori…”. Il mio invece più che un libro è un diario. L’ho scritto spinto dall’editore che voleva un punto di vista ironico sulla pandemia… Così ho parlato di me e ammetto che dover scrivere è stato uno splendido alibi per evitare le pulizie compulsive che ci sono state in tutte le case in quel periodo. E poi ho annotato i cambi di comportame­nto: dai vicini che non ti salutavano mai e che improvvisa­mente ti invitavano all’aperitivo online, alle comunanze da balcone, anche se a Milano sono durate poco... O ancora i poveri animali costretti a uscire venti volte al giorno, alcuni cani sono ancora atterriti, e la gente che portava a spasso pappagalli o gatti. O gli assalti all’accaparram­ento: come le brigate partigiane Esselunga che partivano per saccheggia­re i supermerca­ti. Ci sono stati momenti imbarazzan­ti: d’altra parte dalla tragedia scaturisce la commedia…». Per questo sarà una presentazi­one «incrociata» e variegata. «Con Luca siamo amici da tempo: lui ha scritto i testi di miei spettacoli teatrali e abbiamo anche lavorato in radio insieme, quindi nella chiacchier­ata possiamo spaziare a piacimento», conclude Bertolino. «Ora, poi, abbiamo fondato una società per produrre contenuti nuovi (con nome tipicament­e milanese l’abbiamo chiamata La Fabrichett­a) secondo due ottiche diverse: quella del giornalist­a e quella del comico, dell’artista da palco piuttosto che dell’artista da scrivania, in modo da cercare contenuti inediti nel mondo dei podcast, contenuti che ci piacerebbe diffondere di più anche in Italia».

Coppia

«Con Luca siamo amici da tempo: ha scritto i miei spettacoli e mi ha affiancato in radio»

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 ??  ?? In scena Il giornalist­a e scrittore Luca Bottura, 53 anni (a sinistra), e il comico Enrico Bertolino, 60, durante un reading
In scena Il giornalist­a e scrittore Luca Bottura, 53 anni (a sinistra), e il comico Enrico Bertolino, 60, durante un reading

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