Attenti alla strana coppia
Bertolino e Bottura si intervistano alla Feltrinelli
Una battuta ci salverà? Probabilmente no, ma forse servirà ad alleviare un periodo che ha «ammaccato» anche i più fortunati. La regalano il cabarettista Enrico Bertolino e il giornalista Luca Bottura che alla Feltrinelli di Duomo oggi presentano in combinata i loro libri, rispettivamente «Le 50 giornate di Milano» (Solferino) e «Buonisti un cazzo» (Feltrinelli). «Avrei fatto volentieri a meno di riparlare del mio libro sulla pandemia e sul lockdown uscito ad aprile, speravo fosse superato», racconta con la consueta ironia Enrico Bertolino, «ma purtroppo mi sembra ancora tristemente attuale. Con Luca ci siamo inventati un’introduzione “incrociata“per evitare di fare quelle solite presentazioni dove l’autore si racconta e risponde a domande più o meno azzeccate. Perciò abbiamo deciso di intervistarci reciprocamente: così sfruttiamo un doppio pubblico e la cosa diventa decisamente più divertente. Dopo averla fatta a Bologna, nel bellissimo Oratorio San Filippo Neri, ora a Milano è come se ricambiassi l’ospitalità di Luca, che è bolognese».
I due titoli sono comunque diversi: quello di Bottura rivendica la possibilità di essere «buonisti», mentre Bertolino parla di pandemia. «Luca si sofferma sull’idea che oggi il termine “buonista” è diventato una sorta di insulto», prosegue Bertolino, «lui invece difende il tipo di comportamento, specie se è rivolto anche agli altri. Sceglie di essere provocatorio fin dal titolo, quasi avvisasse “attenzione a non far arrabbiare un buonista perché poi sono dolori…”. Il mio invece più che un libro è un diario. L’ho scritto spinto dall’editore che voleva un punto di vista ironico sulla pandemia… Così ho parlato di me e ammetto che dover scrivere è stato uno splendido alibi per evitare le pulizie compulsive che ci sono state in tutte le case in quel periodo. E poi ho annotato i cambi di comportamento: dai vicini che non ti salutavano mai e che improvvisamente ti invitavano all’aperitivo online, alle comunanze da balcone, anche se a Milano sono durate poco... O ancora i poveri animali costretti a uscire venti volte al giorno, alcuni cani sono ancora atterriti, e la gente che portava a spasso pappagalli o gatti. O gli assalti all’accaparramento: come le brigate partigiane Esselunga che partivano per saccheggiare i supermercati. Ci sono stati momenti imbarazzanti: d’altra parte dalla tragedia scaturisce la commedia…». Per questo sarà una presentazione «incrociata» e variegata. «Con Luca siamo amici da tempo: lui ha scritto i testi di miei spettacoli teatrali e abbiamo anche lavorato in radio insieme, quindi nella chiacchierata possiamo spaziare a piacimento», conclude Bertolino. «Ora, poi, abbiamo fondato una società per produrre contenuti nuovi (con nome tipicamente milanese l’abbiamo chiamata La Fabrichetta) secondo due ottiche diverse: quella del giornalista e quella del comico, dell’artista da palco piuttosto che dell’artista da scrivania, in modo da cercare contenuti inediti nel mondo dei podcast, contenuti che ci piacerebbe diffondere di più anche in Italia».
Coppia
«Con Luca siamo amici da tempo: ha scritto i miei spettacoli e mi ha affiancato in radio»