Formigoni vuole insegnare italiano alle suore straniere del Cottolengo
Chiesto al Tribunale l’affidamento in prova. «Mi piacerebbe l’istituto Don Orione»
L’ex presidente della Regione Roberto Formigoni — condannato per corruzione al processo Maugeri e in detenzione domiciliare dal 2019 dopo cinque mesi nel carcere di Bollate — ha chiesto al Tribunale di sorveglianza di Milano l’affidamento in prova a servizi sociali per insegnare italiano alle suore straniere del Piccolo Cottolengo Don Orione di viale Caterina da Forlì, come suo diritto essendo sceso sotto i quattro anni di pena residua.
Vuole insegnare italiano alle suore straniere del Piccolo Cottolengo Don Orione di Milano Roberto Formigoni, che sta scontando una condanna a 5 anni e 10 mesi di carcere per corruzione subita nel processo Maugeri. L’ex presidente della Regione Lombardia ha chiesto al Tribunale di sorveglianza di Milano l’affidamento in prova a servizi sociazione li proprio per dedicarsi all’insegnamento.
Sono poche le suore italiane e sono ancora meno quelle in grado, per età e per formazione, di assistere adeguatamente gli anziani e i disabili ricoverati nelle strutture di assistenza sanitaria della Lombardia. A mitigare solo in parte una carenza che da molti anni è diventata cronica, resa ancora più drammatica dalla crisi delle vocazioni, sono le giovani religiose straniere che arrivano in Italia. Molto spesso si tratta di suore che provengono dai paesi dell’Africa e che non conoscono la lingua italiana, strumento indispensabile per assistere gli anziani e i disabili e relazionarsi con loro, specie nei momenti difficili dell’epidemia da Covid-19. Alcune di queste suore prestano la loro opera nel Piccolo Cottolengo Don Orione di viale Caterina da Forlì, a due passi dalla zona di Piazza Firenze dove l’ex Governatore sta scontando a casa la condanna dal luglio del 2019 quando, dopo cinque mesi di reclusione nel carcere di Bollate, ottenne dal Tribunale di Sorveglianza la concessione della detenzione domiciliare.
Fino ad oggi, Formigoni ha completato circa 20 mesi di reclusione ai quali vanno sommati 45 giorni di sconto di pena ogni sei mesi che ha trascorso in buona condotta. In questo modo, essendo sceso sotto i quattro anni di pena residua, come tutti i detenuti che si trovano in questa condizione ha il diritto di chiedere l’affidamento in prova. L’ex uomo di punta di Comunione e liberazione, colui che fu uno dei politici più potenti della Lombardia e dell’Italia, dal momento in cui la condanna è divenuta definitiva non ha mai violato le severe norme che gli sono state imposte, e questo conterà molto a suo favore quando i giudici del Tribunale di Sorveglianza dovranno decidere sull’affidamento. Può uscire di casa per due ore al giorno solo per le normali necessità di vita. Deve chiedere il permesso per ogni altra cosa, come fece per partecipare a un comizio in piazza San Babila in favore del no al referendum sulla ridudei parlamentari. I giudici gli dissero di no.
Laureato in filosofia all’Università Cattolica di Milano, come volontario Roberto Formigoni ha insegnato italiano a una decina suore del Madagascar fino a poco prima della detenzione. «Ho chiesto di riprendere — spiega — da dove avevo lasciato, ma sono pronto a fare altro se i giudici dovessero ritenere così. Il responsabile del Don Orione mi ha scritto una lettera che ho prodotto al Tribunale di Sorveglianza. Dice che sarebbe molto lieto del mio contributo. Anche le suore ne sarebbero felici».
Ex governatore Dicono che sarebbero lieti del mio contributo Vorrei riprendere da dove avevo lasciato