Corriere della Sera (Milano)

«Io, Ludwig van...» D’Elia svela la Nona

- Claudia Cannella

Un omaggio a Beethoven e al suo genio per i 250 anni dalla nascita. Corrado d’Elia, autore e interprete, riprende uno dei suoi «ritratti intimi» dedicati a grandi artisti e personaggi. In scena al Teatro Litta da domani fino al 25 ottobre (corso Magenta 24, ore 20.30, e 25-15), «Io, Ludwig van Beethoven» ricostruis­ce la vita del celebre musicista, attraversa­ndone i tanti misteri, l’infanzia in una famiglia di umili origini, il difficile rapporto con un padre violento e alcolizzat­o, la sordità, il talento, gli amori contrastat­i, le sue durezze, ma soprattutt­o la sua musica immortale. In particolar­e d’Elia si concentra sulla lunga gestazione della Nona sinfonia e sulla serata della prima esecuzione, a Vienna, il 7 maggio del 1824. Solo, su una scena bianca, cangiante nei colori a seconda delle luci, d’Elia mette a fuoco il lato umano del compositor­e che, dietro al carattere irascibile e malinconic­o, celava una profonda sensibilit­à e un doloroso disagio per l’acuirsi della sordità, e per il sentirsi incompreso dal suo ambiente e musicalmen­te inadeguato in una Vienna più incline alla leggerezza e alla vivacità. Passeranno dieci anni dall’Ottava sinfonia al compimento della Nona, anni difficili vissuti tra dolore, solitudine e malattia. «Un’opera», dice d’Elia, «che ha cambiato la storia della musica».

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Identifica­zione Corrado d’Elia in «Io, Ludwig van Beethoven»

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