Ticket nominali al Cenacolo contro i bagarini
Piano trasparenza e ticket nominali. Brera ancora nel limbo
Dopo undici anni il Cenacolo cambia. Biglietterie, assistenza culturale, piano editoriale, merchandising passano a una nuova cordata che unisce Verona 83, Giunti editore e Ad Artem. La nuova strategia punta sulla trasparenza e sulla lotta al bagarinaggio online. Allo studio il biglietto nominale.
Al Cenacolo si cambia. Dopo undici anni, biglietteria, assistenza culturale, merchandising e produzione editoriale passano a un altro gestore. La gara gestita dal Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione, ha aggiudicato i servizi aggiuntivi del museo a un nuovo raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) composto da Verona 83, Giunti editore e Ad Artem. Sostituirà il precedente formato da Vivaticket, Skira, Spazio Aster e Villaggio globale. Il passaggio di consegne effettivo avverrà il 1° dicembre dopo due mesi di transizione durante i quali, avvisa la direzione, situazioni e tariffe appartenenti alla precedente gestione potranno convivere con quelle della nuova. In ogni caso non ci saranno aumenti. Anzi, per il biglietto ridotto non si pagherà più il diritto di prevendita. Il costo del biglietto intero, invece, era già passato da 10 a 15 euro, ma comprensivo di prevendita e audioguida che prima erano extra. E da ieri i visitatori hanno ritrovato aperto anche il bookshop.
«Il cambiamento si rifletterà su diversi fronti. Innanzi tutto puntiamo sulla comunicazione e la trasparenza per evitare truffe e bagarinaggio. Avevamo già intrapreso alcune strade per rendere difficile, in particolare, approfittarsi dei turisti stranieri e stiamo lavorando all’emissione di un biglietto nominale», spiega Michela Palazzo, direttrice del Museo del Cenacolo vinciano.
Questo periodo di Covid ha mutato anche il rapporto con la città dopo la lunga chiusura dal 24 febbraio al 9 giugno. Adesso sono ammessi 18 visitatori ogni quindici minuti contro i trentacinque di prima del Covid, con un afflusso ridotto del 50 per cento rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Ma anche la provenienza del pubblico è sensibilmente cambiata: dal 60 per cento di stranieri del 2019 si è passati all’80 per cento di italiani, in particolare lombardi e milanesi. «Stiamo riconquistando un approccio meno da consumo e più da fruizione. Senza la precedente pressione turistica e i tre mesi di anticipo per la prenotazione, ora l’immagine è quella di un museo più accessibile a tutti», spiega la direttrice. «Adesso chiunque può decidere di visitare il Cenacolo anche il giorno prima e in questo modo avviciniamo le famiglie. La richiesta è costante e i fine settimana vanno esauriti». Se dunque per il Cenacolo l’orizzonte sta per cambiare, quello della Pinacoteca di Brera resta invece ancora immerso nella nebbia. Dal Ministero non arriva ancora il vincitore della gara per la gestione dei servizi aggiuntivi e quindi il biglietto resterà gratuito fino a tutto dicembre. Intanto, dopo la sperimentazione estiva, dal 15 settembre è andato a regime il nuovo sistema di ingresso: non più un semplice biglietto, ma un «tesseramento» che rende il visitatore socio con entrata illimitata fino a dicembre e accesso ai contenuti speciali caricati sulla piattaforma online Brera plus. I nuovi abbonamenti sono stati finora oltre diecimila. I contenuti web di Brera plus debuttano lunedì prossimo con il concerto in streaming dedicato a Brahms.
La cordata Servizi, assistenza, e produzione editoriale passano a Verona 83, Giunti e Ad Artem