Corriere della Sera (Milano)

«I milioni in borsa. A me 30 mila euro»

Le verità di Maltese, uno dei sei complici della banda d’oro: così ho fatto da palo

- di Andrea Galli

Firmata l’estradizio­ne per Alessandro Maltese, uno dei sei accusati di aver svaligiato lo scorso dicembre la casa di Tamara Ecclestone, figlia dell’ex patron della Formula 1. A breve Maltese verrà trasferito nelle carceri inglesi. All’appello mancano ancora due latitanti, i probabili capi: la caccia della squadra Mobile sta accelerand­o. Maltese giura di non sapere dove sia finito l’ingente bottino (non meno dell’equivalent­e di 20 milioni di euro). «Io sono stato pagato 30mila euro in contanti perché facessi da palo mentre gli altri entravano nell’abitazione». La base e il cuore dell’organizzaz­ione criminale «nata» nel campo rom di via Monte Bisbino.

La cosidetta «banda d’oro», autrice del furto più sensaziona­le degli ultimi anni (per vittima, geografia, ammontare) è un elenco ristretto di nomi progressiv­amente depennati e di verità nascoste insieme ai capi, ambedue latitanti e inseguiti dalla caccia grossa della squadra Mobile di Marco Calì.

Presi a Londra, il luogo del colpo, nella casa di Tamara Ecclestone, la figlia dell’ex boss della Formula 1, sia Maria Mester che il figlio Emil, 47 e 26 anni, romeni, la prima gravitante sul campo rom di via Monte Bisbino e il secondo residente in Inghilterr­a.

Presi, tra Milano e Varese, il 43enne Alessandro Donati e Alessandro Maltese, d’un anno maggiore e prossimo all’estradizio­ne dopo la pronuncia definitiva dei giudici (dell’altro ieri il tampone, preludio alla partenza). Ancora mancano Daniel Vukovic, croato ugualmente legato a Monte Bisbino, 32enne ma abile a cambiare documenti, identità e «stato anagrafico», e Jugoslav Jovanovic, italiano 29enne (idem come sopra), erede di una famiglia specializz­ata in reati vari. I due, dice Calì, che nei giorni passati ha ricevuto la visita degli inglesi per una riunione tecnica, hanno un profilo criminale di peso e internazio­nale. Datato il furto il 13 dicembre, un venerdì, tra le 22.11 e le 23.11, nell’abitazione all’8 di Palace Green, in uno dei contesti più altolocati e (in teoria) vigilati d’Europa in consideraz­ione della presenza di miliardari e pezzi della famiglia reale, le coordinate di Vukovic e Jovanovic, che pare anche implicato in un precedente triplice omicidio nell’ex Jugoslavia, sono due partenze da Londra il 18 dicembre, per Belgrado e Malpensa. Vukovic è arrivato in Serbia insieme a Maria Mester, poi stranament­e tornata in Inghilterr­a dove l’hanno arrestata, mentre è probabile un passaggio di Jovanovic nel campo rom. Di sicuro per allestire una rete di protezione finalizzat­a alla latitanza; forse per discutere di come e dove far sparire contanti, gioielli e orologi, il cui valore secondo Tamara Ecclestone s’aggira sull’equivalent­e in euro di 50 milioni (le autorità britannich­e hanno abbassato la cifra, comunque non inferiore ai 20 milioni). Di contro all’evidenza della figuraccia, in un periodo di ulteriori grandi colpi nei dintorni (l’allenatore Franck Lampard e il deceduto ex proprietar­io del Leicester, quadra di calcio, Vichal Srivaddhan­aprabha), secondo l’accusa con la «banda dell’oro» nuovamente in azione, Scotland Yard ha marchiato le indagini di celerità e furore agonistico. La collocazio­ne dei sei sulla scena del crimine avrebbe connotati rilevanti.

Come spiegato dall’avvocato Angelo Pariani, Donati era sì a Londra ma impegnato in una frequente attività: partecipar­e a fiere di orologi. In effetti Maltese, difeso dallo studio internazio­nale di Alexandro Maria Tirelli, che ha preso a cuore la piega tragica della vita dell’assistito, sostiene d’essere stato coinvolto da Donati il quale gli aveva proposto d’andare in Inghilterr­a per questioni legate appunto a orologi. In particolar­e, doveva incontrars­i con Jovanovic per «trattare uno o più Rolex». Senonché a Londra, Maltese sarebbe stato convinto da Jovanovic a offrire un aiuto in un furto. Con l’incarico di far da palo, Maltese ha incassato 30mila euro. Quel 13 dicembre, sostiene, era all’esterno della villa; ricorda d’aver visto il resto della banda uscire con un’unica gonfia borsa («Una grande borsa Louis Vuitton»), dopodiché tutti quanti si erano incamminat­i in direzione della stazione ferroviari­a di St. Mary’s Cray dove si erano divisi in due gruppi.

Gli inglesi sostengono che le telecamere nel giardino abbiano filmato il passaggio di Jovanovic, Vukovic, Donati e Maltese. Tolto dunque quest’ultimo, volendo affidarsi alla sua versione, gli altri tre avrebbero compiuto l’incursione, entrando da una finestra sul retro al piano terra e aprendo solo una cassaforte (erano 4). Fra i temi in sospeso, il bottino. Maltese, nel ripetere la rilevanza della «gestione» di Jovanovic, afferma di non aver partecipat­o a spartizion­i, ma è umano pensare, forse sbagliando, che chiunque è implicato possa «contemplar­e» la galera sapendo d’avere poi una pensione ultra milionaria assicurata. Nessuno esclude che altri complici abbiano preso il tesoro per farlo uscire dall’Inghilterr­a. E portarlo nel circuito dei campi rom dove una specialità è fondere l’oro depredato.

Testimonia­nza L’imputato Maltese: arrivato in Inghilterr­a per affari di orologi, ho aiutato stando fuori

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Vittima Tamara Ecclestone, 36 anni
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