Atm, posti in bilico per 140 mila pendolari Vertice al ministero
Monopattini sui marciapiedi, scattano le rimozioni
Settantamila al mattino e settantamila alla sera, negli orari di punta: in coda fuori dai tornelli ad aspettare il proprio turno per entrare in metrò. Per i trasporti milanesi è allarme, perché sarebbe questo lo scenario se il limite di capienza fosse abbassato dall’80 al 60 per cento. E intanto scattano i controlli sui parcheggi dei monopattini.
Settantamila al mattino nell’ora di punta e settantamila alla sera nell’altra ora di punta. Centoquarantamila persone. In coda, fuori dai tornelli, ad aspettare il proprio turno, dieci, quindici, venti minuti, per poter entrare in metrò. Sarebbero questi i numeri milanesi se il limite di capienza del metrò fosse abbassato dall’80 al 60 per cento. Senza che nessuno abbia pensato a delle alternative, ossia alla possibilità di modificare alcuni orari della città per evitare che le inevitabili code ai tornelli si trasformino in nuovi possibili focolai.
Criticità nei trasporti. Per motivi opposti. Tram e metrò pieni, aeroporti vuoti. Oggi la ministra Paola De Micheli incontrerà i vertici delle associazioni datoriali dei trasporti per fare il punto della situazione, tra cui Agens, di cui è presidente Arrigo Giana, direttore generale di Atm. Sui siti Internet si continuano a vedere foto di metrò con tanta gente una accanto all’altra. Atm ribadisce che sono state rispettate tutte le normative in vigore e il massimo della capienza è fissato all’80 per cento, mascherina e distanziamento compresi. E se il numero dei passeggeri in banchina raggiunge il limite massimo dell’80 per cento vengono chiusi i tornelli in entrata come è successo ieri alla fermata della linea rossa a Lampugnano.
Difficile fare di più, perché le corse e le frequenze sono quelle delle giornate pre Covid, oltre nell’immediato non si può andare. Sia per numero di mezzi a disposizione dell’azienda sia per i limiti del segnalamento, il sistema informatico di sicurezza che governa il traffico dei treni nelle gallerie della metropolitana. In ogni caso, il potenziale abbassamento della capienza dei mezzi di trasporto dovrebbe essere accompagnato da una revisione degli orari della città, proprio per evitare gli assembramenti. Non è difficile immaginare che i 140 mila fermi ai tornelli a quel punto possano scegliere un mezzo alternativo al trasporto pubblico.
L’altro versante è quello degli aeroporti. Il sindaco Beppe Sala, che lunedì ha incontrato i lavoratori aeroportuali, si è rivolto direttamente alla ministra dei Trasporti, Paola De Micheli in merito alle difficoltà che stanno vivendo gli scali di Malpensa, ma soprattutto di Linate, chiedendo un incontro urgente che coinvolga anche Sea e soprattutto i vertici di Alitalia.
Il traffico passeggeri è calato di oltre il 70 per cento e la crisi non riguarda solo i 2.800 dipendenti di Sea, ma come sottolinea lo stesso sindaco «circa 30mila persone, tra cui i dipendenti di Airport Handling». A questo si aggiunge che «gli aiuti e i sostegni finanziari diretti messi in campo del Governo verso il settore aeroportuale si sono concentrati su Alitalia — scrive Sala —. Non è mia intenzione contestare questa scelta, quanto piuttosto segnalarti la difficile situazione in cui versano gli aeroporti milanesi». Anche perché a fronte delle proposte avanzate dalla Sea, «la vostra risposta si è sempre basata sulla assoluta necessità di mantenere Linate aperto, anche nella stagione autunnale e invernale».
Sala elenca le questioni aperte. Prima di tutto il rinnovo degli ammortizzatori sociali per i lavoratori, il riconoscimento degli aeroporti come «destinatari di risorse specifiche in questa fase emergenziale», i collegamenti stradali e ferroviari in vista delle Olimpiadi invernali del
2026, ma soprattutto, quello che viene ritenuto il nodo essenziale: la gestione di Linate che «soffre da alcuni anni un calo di passeggeri trasportati in un contesto complessivo di crescita». Sala punta il dito contro Alitalia: «All’origine di questo dato in controtendenza c’è il sostanziale eccesso di controllo degli slot esercitato da Alitalia, rispetto alla capacità di trasportare passeggeri da parte della compagnia. Sea ha segnalato a Enac l’opportunità di rendere più competitivo il rilascio degli slot già quest’anno». Ricordando un semplice fatto: Palazzo Marino ha già utilizzato le riserve straordinarie di Sea per rispettare l’equilibrio di bilancio messo a repentaglio dal Covid.
L’effetto in stazione L’azienda di trasporti teme l’assembramento dei passeggeri in metrò ai tornelli bloccati