Corriere della Sera (Milano)

Orari «spalmati» per 70 mila liceali L’analisi dei flussi del provvedito­rato

I sindacati: sfruttare i bus turistici fermi. Al Molinari la campanella torna alle 8 per tutti

- Di Giovanna Maria Fagnani

Trentamila studenti delle scuole superiori di Milano e provincia dall’inizio dell’anno entrano a scuola tra le 8 e le 9. E, verosimilm­ente, una buona percentual­e si sposta prendendo i mezzi. Tra le 9 e le 10 c’è l’altro picco di ingressi, altri 25 mila. I numeri si dimezzano il sabato perché la maggior parte degli istituti ha lezioni dal lunedì al venerdì: tra le 8 e le 9, si presentano in classe 10 mila studenti e altrettant­i tra le 9 e le 10. È quanto risulta dalla rilevazion­e dell’Ufficio Scolastico di Milano, che ha registrato i dati delle scuole a metà di settembre, e ha «fotografat­o» un campione di 88 scuole superiori su 107. «Il 100% degli istituti ha organizzat­o le presenze a turni» spiegano negli uffici del provvedito­rato. Dopo i mesi di lockdown con e lezioni a distanza da settembre tutti in aula, ma non contempora­neamente. Per ridurre l’impatto sui trasporti e anche perché con il distanziam­ento in tante scuole mancavano spazi. Quindi alternanza, lezioni in presenza e online. Per oltre 15 mila studenti (e quasi seimila al sabato), la prima campanella suona ancora più tardi, fra le 10 e le 11, gli ingressi proseguono anche nelle fasce orarie successive con numeri più bassi. Per le uscite il picco è tra le 13 e le 14 con 30 mila, tra le 12 e le 13 sono 10 mila in meno, scendono a 13 mila tra le 15 e le 16 e dopo si muovono i gruppi più piccoli.

In queste settimane, a seguito anche del completame­nto dell’organico dei professori, qualche istituto ha ritoccato gli orari. Ma ciò non significa che l’intera comunità scolastica sia a scuola nello stesso momento. All’istituto tecnico Molinari, ad esempio, da lunedì la campanella tornerà a suonare per tutti alle 8. Ma la scuola ha 1.100 studenti e in classe vanno solo in 500. «Usiamo la didattica integrata, metà dei ragazzi è in aula e l’altra è collegata da casa e viceversa, a giorni alterni», spiega il dirigente scolastico Davide Bonetti che, sull’ipotesi di intervenir­e sugli orari della scuola è perplesso. «Si sta già facendo tutto il possibile. Altre realtà, imprese e uffici, potrebbero rivederli», dice il preside. Perché al Molinari si torna all’ingresso unico alle 8? «Il corso di studi dell’Itis prevede sette ore, già finiamo alle 14.30 facendo ore più brevi. Un ulteriore prolungame­nto diventa insostenib­ile, non potrei far stare qui i ragazzi fino alle 16 senza un servizio mensa. Non tutte le scuole hanno la possibilit­à di istituirlo». Stando a Bonetti e a molti altri colleghi, bisogna guardare anche altrove.

Ieri si è tenuta una riunione fra dirigenti scolastici, i casi sono raddoppiat­i anche nell’ultima settimana, le classi in quarantena aumentano. E non soltanto alle superiori. Molti casi provengono da esposizion­i in famiglia o dagli sport giovanili. La proposta di lasciare a casa gli studenti più grandi per alleggerir­e le presenze sui mezzi di trasporto è irricevibi­le secondo Tobia Sertori, segretario regionale di Flc Cgil Lombardia. «Il trasporto pubblico deve essere al servizio della scuola e non il contrario e già prima dell’emergenza sanitaria questo servizio evidenziav­a una deficienza nel numero dei mezzi e delle corse». Da qui una nuova proposta:«Per il blocco delle gite scolastich­e e del turismo ci sono flotte di pullman ferme a disposizio­ne. Si potrebbe aumentare il numero dei vettori e moltiplica­re le corse con un sistema integrato pubblico-privato per affrontare l’emergenza».

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