Il borgo in bilico su una frana «Non dimenticatevi di noi»
Il 10 ottobre evacuate 23 persone. Il sindaco: questa non diventi una frazione fantasma
Il piccolo borgo di Fumero, frazione di Sondalo 1.500 metri di quota, è in bilico su uno smottamento con un fronte di 150 metri. Alcune case sembrano sospese sul burrone. Evacuati tutti gli abitanti: 23 in tutto, età media 70 anni, ma c’è anche una signora di 93 anni.
SONDALO (SONDRIO) «Sono tutti molto gentili qui in albergo con me, ma io devo tornare a casa. Ho le bestie da accudire, le mie abitudini, i ricordi di sempre». Maria mescola l’italiano con il dialetto, ha 87 anni, lo scialle sulle spalle, i pochi vestiti che è riuscita a portare via quando nella notte tra il 9 e il 10 ottobre è stata strappata alla sua vita da una frana che minaccia di cancellare il paese dove è cresciuta.
Fumero, frazione di Sondalo, una manciata di abitazioni a 1.500 metri di quota sulle vette della Valtellina. Un borgo in bilico su uno smottamento con un fronte di 150 metri, con le case, tre quelle maggiormente a rischio, che sembrano quasi sospese sul burrone. L’unica strada che porta al paese e alla Val di Rezzalo è intatta, ma è stata chiusa in via precauzionale dopo il sopralluogo dei geologi: la montagna si sbriciola e lo smottamento rischia di far franare l’arteria e portare sassi e fango sull’acquedotto che serve anche parte del comune di Sondalo. È stato evacuato l’intero paese, 23 persone in tutto, 70 anni l’età media, ma c’è anche una nonnina di 93 anni, chiuse le numerose baite utilizzate come seconde case, irraggiungibile la Val di Rezzalo. A combattere perché la frazione non si trasformi in un borgo fantasma un sindaco giovanissimo, Ilaria Peraldini, nemmeno 30 anni. È stata lei a prendere la decisione di sfollare inizialmente tre abitazioni e poche ore dopo tutto il paese. Lei che nel cuore della notte, bussando porta a porta, ha convinto gli anziani, quasi trascinandoli via, a lasciare le case per trovare riparo da parenti e amici, e per una decina di persone in un albergo di Sondalo. Lei infine che lancia l’appello più accorato. «Non dimenticateci. Non lasciate che Fumero diventi una frazione fantasma». Molto è stato fatto. Regione
Lombardia ha promesso lo stanziamento dei primi fondi necessari per cominciare a intervenire. «Al più tardi all’inizio della prossima settimana contiamo di dare il via ai lavori di palificazione per mettere in sicurezza la strada e l’acquedotto — spiega Ilaria—. Opere che ci consentiranno di autorizzare il rientro di alcuni abitanti. Non tutti purtroppo, per le case a ridosso della frana temo che i tempi saranno più lunghi. Per questo chiedo di non lasciarci soli o il borgo rischia di scomparire».
«A Fumero fino a cinquant’anni fa c’erano la scuola, un bar e due negozi di alimentari— ricorda Alessandro Baretto, che nel 1990 in Val di Rezzalo ha aperto il rifugio La baita —. Dopo la batosta del lockdown e delle chiusure per la pandemia, questa estate gli affari sono andati discretamente bene. Ora ho dovuto nuovamente fermare l’attività e disdire le prenotazioni che erano arrivate. Il rifugio è l’unica fonte di reddito per la mia famiglia. Bisogna trovare al più presto una soluzione». Intanto all’Hotel Torre, dove hanno trovato riparo una decina di sfollati, il titolare Marco si fa portavoce dei suoi ospiti: «Sono spaesati e disorientati. Maria passeggia, guarda la televisione, riceve la visita dei nipoti, ma pensa alle mucche e alle capre da accudire che adesso sono al pascolo ma presto dovrà portare in stalla. Vuole tornare a casa, lei come tutti gli altri», racconta. Lo sguardo va oltre la finestra, verso le vette, dove una profonda ferita taglia in due la montagna.