«Vessa i clienti del panettiere» Abuso d’ufficio per il vigile
«Il comandante vessa i clienti». «No, evito la folla». Risponderà di abuso d’ufficio
Il fornaio contro il comandante dei vigili («Con i controlli anti-ressa spaventa i clienti»), il comandante contro il fornaio («Mi diffama»). A Soresina (Cremona) è scoppiata la guerra del pane. I titolari della panetteria Botta si sono lamentati in Comune per «appostamenti» del capo dei vigili Giovanni Tirelli, il quale ha avviato da sé un’indagine per diffamazione. In campo la Procura: Tirelli è accusato di abuso d’ufficio.
SORESINA (CREMONA) Il panettiere è andato dal sindaco a lamentarsi del comandante della polizia locale. «Spaventa i clienti per strada — ha spiegato il fornaio —, controlla la spesa, dice che il pane non è un bene di prima necessità, già il periodo è quello che è...». L’inflessibile capo dei vigili ha dunque querelato il panettiere, perché si è sentito diffamato. La «guerra del pane» scoppiata in pieno lockdown a Soresina, paese di quasi 9 mila abitanti in provincia di Cremona, tra i più colpiti nei mesi bui della pandemia, alla fine è approdata in Procura. E si è rivelata un boomerang per il numero uno del Comando Giovanni Tirelli, 58 anni, 30 di carriera, da nove il capo. La Procura ha infatti chiesto che Tirelli sia rinviato a giudizio per abuso d’ufficio, in concorso con l’ex vice comandante Nicodemo Guerrieri, 42 anni, arrivato nell’aprile del 2018 da Paderno Dugnano e lo scorso luglio tornato nel Milanese. Entrambi sono accusati di essersi fatti una indagine in casa loro, al Comando, contro il panettiere Roberto Botta «in evidente conflitto di interessi». Al solo comandante Tirelli la Procura contesta anche la calunnia, ritenendo strumentale la sua querela per diffamazione. Una diffamazione che non c’è: è stata chiesta l’archiviazione.
Ufficiale tutto d’un pezzo Tirelli, a Soresina non attira grandi simpatie per i suoi modi «da sceriffo». I più arrabbiati con lui sono i panettieri Botta, il marito Roberto e la moglie Lara, titolari dell’omonimo negozio storico in via Genala, quattro dipendenti. Qui da ottant’anni si sfornano pane e pasticcini. «C’era il lockdown , poca gente in giro, il comandante si metteva in piazza Garibaldi, a 50 metri, spaventava le quattro persone che entravano o uscivano dal nostro negozio — racconta Lara —. Controllava la spesa, sosteneva che il pane non era necessario. I clienti ci dicevano: non vengo più, perché ho paura di prendere la multa». I commercianti tornano a quei mesi. «La pasticceria chiusa, l’ansia per il lavoro, la gente si faceva il pane in casa, il fatturato calato dell’80%». Un giorno i Botta hanno deciso di agire. Si sono rivolti al sindaco Diego Vairani. «Ho chiesto loro di mettermi per iscritto i fatti», spiega il primo cittadino. I panettieri hanno inviato una email «ben circostanziata», spiega ora il pm Ilaria Prette. Il sindaco aveva chiesto «delucidazioni al comandante». Ma a quel punto Tirelli si è mosso da sé. Ha depositato in Comando la querela contro i Botta, il suo vice ha fatto l’indagine. «Hanno svolto una serie di attività — spiega il pm —, sono andati in Comune, volevano acquisire l’email e, a indagine conclusa, hanno trasmesso la denuncia e gli atti in Procura». In Procura è iniziata un’altra indagine. «Abbiamo sentito anche altre persone: hanno raccontato episodi analoghi fuori dai supermercati» con il comandante che fermava, controllava: «Cosa compra, cosa non compra». Tirelli è furioso: «Mi mi sono opposto alla richiesta di archiviazione. No comment sull’indagine per abuso d’ufficio». Spiega di avere agito per tutelare la sicurezza. «Eravamo in strada ogni giorno per far rispettare le regole. Gli anziani in casa? Il 90% lo trovavi fuori a fare la spesa tutti i giorni. Si doveva uscire uno per famiglia, trovavi le coppie». E poi, «le code spesso mal gestite sui marciapiedi, davanti ai negozi e a quel supermercato (ce ne sono sei) che si era messo a fare promozioni e lì si creavano assembramenti. Non ho mai fatto una sanzione».