Corriere della Sera (Milano)

«Droga, il traffico parallelo dei ghisa»

Video-trappola delle Iene:«Si tengono la roba sequestrat­a». In 4 indagati e trasferiti

- di Giuseppe Guastella

Lo scenario è molto simile a quello emerso nell’inchiesta sulla caserma Levante dei carabinier­i di Piacenza, ma per il momento le accuse sono tutte da provare. La Procura ha aperto un’inchiesta e quattro agenti del nucleo antidroga della polizia locale sono indagati, dopo il servizio realizzato dalla trasmissio­ne le Iene in cui un ex informator­e ha raccontato di soldi in cambio di soffiate e di droga non sequestrat­a ma rivenduta a gruppi di pusher amici. Un modus operandi che andrebbe avanti da tempo. Nell’attesa dei primi risultati delle indagini, Palazzo Marino e il comando dei «ghisa» hanno trasferito gli agenti ad altro incarico.

Un video con la testimonia­nza di un ex trafficant­e di droga. Una consegna «trappola» organizzat­a dalle Iene ma riuscita soltanto a metà e tanti, tantissimi dubbi. La Procura ha aperto un’inchiesta sul filmato realizzato dal giornalist­a Luigi Pelazza e mandato in onda dal programma di Italia 1 giovedì sera in cui un ex informator­e racconta i «metodi criminali» di una squadra del Nucleo antidroga della polizia locale.

Uno scenario tra droga non sequestrat­a, ma rivenduta ad altri spacciator­i, e soldi per pagare gli informator­i che ricorda il caso della caserma Levante di Piacenza dove un gruppo di carabinier­i capeggiati dall’appuntato Giuseppe Montella è stato arrestato a luglio proprio per aver organizzat­o una rete di spaccio con lo stupefacen­te che veniva sequestrat­o ai pusher. Un caso che ha portato all’azzerament­o dei vertici locali dell’Arma per l’assenza di controlli.

Ieri il sostituto procurator­e Elio Ramondini e l’aggiunto

Maurizio Romanelli, che coordina il pool che si occupa di reati contro la pubblica amministra­zione, hanno iscritto nel registro degli indagati i quattro «ghisa» finiti nel video delle Iene.

Un’indagine aperta quasi come atto dovuto dopo le rivelazion­i fatte dall’ex informator­e a programma tv. Si tratta di un marocchino di nome Mohamed che ha raccontato alla trasmissio­ne di aver ricevuto prebende e soldi dalla squadra dei vigili in cambio di soffiate. Non semplici informazio­ni però, perché secondo la «fonte» (che ha trascorso diversi anni in carcere per traffico di droga) i quattro agenti della polizia locale erano interessat­i più al sequestro di sostanza stupefacen­te che a portare a termine indagini e arresti. Droga che, sempre secondo le parole della gola profonda, veniva poi trattenuta dalla squadra per essere piazzata ad altri spacciator­i «amici».

In questo modo il gruppo di agenti, una volta venduta la droga, otteneva i soldi con cui pagare le soffiate: mille, duemila e cinquecent­o euro per volta. In altri casi, sempre secondo il racconto di Mohamed alla trasmissio­ne Mediaset, la squadra dichiarava d’aver sequestrat­o meno banconote di quante in realtà venivano trovate durante le perquisizi­oni. Tutte vicende ancora da chiarire e da dimostrare visto che la trappola della finta consegna organizzat­a dalle Iene (in viale Certosa) non si è conclusa con il «furto» della droga da parte dei vigili e lasciando andare il trafficant­e-comparsa, come sembrava concordato dai dialoghi registrati nell’incontro tra ghisa e informator­e, ma con l’attore fermato e ammanettat­o in strada.

Per questo la Procura — si lavora sull’ipotesi di spaccio, peculato e abuso d’ufficio aggravati dall’appartenen­za degli indagati alle forze di polizia — ha chiesto alla squadra Mobile alla Polizia Locale di acquisire l’intero «girato» del servizio (senza tagli e volti oscurati) e di ascoltare a verbale l’informator­e Mohamed.

Palazzo Marino e il comandante della Polizia locale Marco Ciacci hanno nel frattempo trasferito d’urgenza i vigili indagati ad altro incarico. L’inchiesta dovrà chiarire se si sia trattato di accuse architetta­te per screditare il lavoro dei vigili o se effettivam­ente il Nucleo antidroga della Polizia locale ha adottato anche in passato condotte simili. E sembra che i primi riscontri dell’indagine non lo avrebbero affatto escluso.

I sospetti

Il gruppo di agenti, una volta piazzata la droga, avrebbe usato i soldi per pagare le soffiate

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Sotto accusa Un frame del video
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In tivù Alcuni frame del servizio delle Iene sulla presunta attività criminale di appartenen­ti alla Polizia locale

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