Corriere della Sera (Milano)

«Pronti a far lezione anche dopo cena per ridurre il traffico»

- Fabrizio Guglielmin­i

«Le università sono pronte a fare la loro parte per alleggerir­e la pressione sui mezzi pubblici, anche potenziand­o le lezioni in remoto». Il professor Matteo Colleoni, coordinato­re nazionale dei mobility manager accademici, tende una mano alla politica sul tema degli spostament­i.

Quanti sono, a livello regionale, gli studenti che utilizzano i mezzi per raggiunger­e gli atenei?

«La percentual­e è del 72%, che scende al 20% per la mobilità attiva, cioè sharing in tutte le sue accezioni, su Milano città; una percentual­e che si riduce al 12% a Bergamo e Brescia dove bus e treni sono fondamenta­li nel percorso casa-ateneo».

Quale invece la situazione a Bicocca, dove lei insegna?

«La nostra università ha 35 mila iscritti; ad oggi in presenza ne abbiamo circa 3.500/4.000, nella maggior parte dei casi matricole, che vanno agevolate in ogni modo. Va tenuto comunque a mente che, nel caso delle materie scientific­he, il laboratori­o richiede per forza di cose la presenza nelle aule».

Avete individuat­o delle possibili soluzioni per gravare meno sui mezzi pubblici?

«Tre i punti su cui dovrebbero agire Comune e Regione: parcheggi per le bici protetti, incentivi allo sharing per gli universita­ri e acquisto agevolato di biciclette e altri mezzi green elettrici».

Che scelta ha fatto per i suoi corsi?

«L’alternanza: insegno a 200 studenti che turnano fra remoto e presenza, in accordo con il rettore. Sono i responsabi­li di ateneo che fanno queste scelte, attenendos­i ai

Dpcm dell’esecutivo e sentite le Regioni».

La Rete per le Università sostenibil­i propone orari serali per le lezioni. Cosa ne dice?

«Assolutame­nte sì, in questa fase non si può scartare nessuna opzione che riduca il ricorso alle lezioni on line. Secondo un sondaggio effettuato su un campione di 30 mila giovani e docenti ben il 64% sarebbe disposto a frequentar­e fino alle 22 e nei weekend. Sono d’accordo».

Come vivono gli studenti questi cambiament­i nella loro vita quotidiana?

«Rinunciano a fatica alla frequenza; d’altra parte vedo un grande senso di responsabi­lità per non essere un elemento critico nella mobilità che è un bene per tutti i cittadini. Ma parliamo di soluzioni temporanee, l’aula telematica è valida solo in emergenza». Quale messaggio mandano le università alla politica, chiamata a decidere?

«Dall’inizio del virus abbiamo dimostrato grande flessibili­tà. Se possibile, va tutelata in ogni modo quella percentual­e, già molto ridotta, delle lezioni in presenza».

Un errore da evitare? «Considerar­e la didattica secondaria rispetto alle attività lavorative, se si vuole mantenere alto lo standard educativo in questo già difficile anno accademico».

I dati

In Lombardia il 70% degli studenti arriva in università con i mezzi Il 20% usa lo sharing

Priorità

Un errore da evitare è considerar­e la didattica secondaria rispetto alle attività lavorative. L’anno accademico è già iniziato con difficoltà

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(Ansa) Stop La storica gelateria Toldo in via Ponte Vetero

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