«Ero una bimba: mi molestava» Prete sospeso dopo le accuse
I fatti negli anni 90. Inchiesta della Curia: «Nessuna denuncia»
Molestata, durante le vacanze con l’oratorio, trent’anni fa, quando ne aveva solo 11. Violenze durate a lungo. Sul sito di «Rete L’Abuso» sono comparse due lettere che accusano don Alberto Lucchina, storico parroco di Segrate, oggi a Inzago. La Diocesi ha avviato l’indagine. Don Alberto, invece, ha chiesto e ottenuto una sospensione dall’incarico di parroco, rendendosi «disponibile per ogni approfondimento».
Molestata dal sacerdote trent’anni fa, durante le vacanze con l’oratorio, quando di anni ne aveva 11. Violenze che sarebbero durate per quattro anni. Sul sito di «Rete L’Abuso» sono comparse l’11 e poi il 16 ottobre due lettere che accusano don Alberto Lucchina, per vent’anni parroco a Segrate e oggi a Inzago. A darne notizia, ieri, la Diocesi. L’arcivescovo, monsignor Mario Delpini, ha disposto l’avvio dell’indagine prescritta dalle norme canoniche e ha espresso vicinanza alle comunità parrocchiali e a tutti i soggetti coinvolti nella vicenda.
Don Alberto, invece, «ha chiesto e ottenuto una sospensione dall’incarico di parroco delle Parrocchie di Santa Maria Assunta e Santa Maria Ausiliatrice in Inzago e si rende disponibile ad ogni approfondimento». Tuttavia, precisa il comunicato, «non è giunta direttamente alla Curia di Milano alcuna segnalazione relativa a questo fatto, né risulta presentata alcuna denuncia all’autorità giudiziaria o avviato alcun procedimento penale o civile a carico del sacerdote». Inoltre, «nessuna denuncia o segnalazione relativa a questo o altri episodi simili che coinvolgano don Lucchina è pervenuta negli anni scorsi alla Curia». Proprio per far emergere eventuali casi di abuso, la Diocesi ha istituito nel novembre del 2019 l’ufficio del «Referente Diocesano per la Tutela dei minori», retto da Livia Pomodoro. Per segnalare un abuso e chiedere un appuntamento basta compilare una richiesta su chiesadimilano.it. In quasi un anno di attività, gli uffici non hanno ricevuto segnalazioni. Segno che, spiegano dalla Diocesi di Milano, non si sono verificati nuovi casi. O che il servizio è ancora poco conosciuto.
«Era l’inizio degli anni 90 e frequentavo la prima media, il mio professore di religione, nonché coadiutore don Alberto Lucchina, cominciò ad abusare di me» scrive la presunta vittima nella lettera. «Molto stimato da tutti, così vicino alle esigenze dei giovani, amico ideale, prete attento al prossimo: ha accolto nella sua casa i senzatetto, ha creato comunità per i disabili — scrive la donna — Ma nascosto agli occhi di tutti quelli che lo conoscono c’è un orco. Lo può sapere bene chi come me, in prima media, lo vedeva togliersi la maschera da prete integerrimo la notte, quando veniva a trovarmi nel mio sacco a pelo. Ho impiegato 30 anni per capire che non è stata colpa mia».