Nell’accademia delle buone maniere
La scuola del vicario di Casa Savoia. «In servizio al matrimonio di William e Kate»
AVilla Guidino Giussani Brioschi Perego di Camnago, da cinque anni ha sede la Reale Accademia di Etichetta e Buone maniere. A fondarla è stato Thomas Luigi Mastroianni, vicario degli ordini dinastici di Casa Savoia per Monza e la Brianza. Qui, il «rettore del bon ton», che si è occupato dell’accoglienza degli ospiti al matrimonio tra William e Kate, impartisce lezioni, appunto, di buone maniere. Corsi che, a causa della seconda ondata della pandemia, tornano a tenersi online. Una scuola di sopravvivenza «in una società impoverita dove gli odiatori sui social sono come gladiatori in un’arena e nella comunicazione vince chi è più aggressivo».
Nel grande parco di Villa Guidino Giussani Brioschi Perego di Camnago c’è un tavola imbandita con argenteria, piattino del pane, candelabri d’argento e bicchieri disposti con precisione millimetrica. Poco oltre, tra i parterre all’italiana di quella che fu un tempo torre di avvistamento sulla valle del Lambro, poi monastero e infine villa di delizia c’è un tavolino rotondo apparecchiato per il rito del té delle cinque secondo la più classica tradizione britannica. Fino a pochi giorni fa (meteo permettendo) le lezioni della «Reale Accademia di Etichetta e Buone maniere» si sono svolte in giardino per gruppi molto piccoli e ben distanziati, ora invece, a fronte dell’aggravarsi della situazione sanitaria, sono solo online.
In cattedra c’è Thomas Luigi Mastroianni, vicario degli Ordini Dinastici di Casa Savolità, ia per Monza e la Brianza. È stato lui a fondare cinque anni fa, all’interno della dimora di famiglia, una vera e propria scuola per imparare le regole del bon ton. «Viviamo in un’epoca in cui conoscere le buone maniere è più che mai necessario — spiega —. Dico sempre che l’uomo di oggi è dotato di Ipad in una mano e clava nell’altra. La società si è impoverita, gli odiatori sui social sono come gladiatori in un’arena, ma c’è anche aggressività nella comunicazione tra colleghi o vicini di casa, per non parlare dell’uso smodato dei cellulari al ristorante». Meglio allora ripartire dalle basi, dagli insegnamenti ricevuti da bisnonna Rosa e nonna Vincenza Mirra di Colle Corvino che riunivano la famiglia la sera e vivevano la tavola come momento conviviale che seguiva certi rituali: dall’apparecchiatura curata alla scelta dell’abito che, per gli uomini, era rigorosamente lo smoking. «Ora i tempi sono cambiati — prosegue Mastroianni —, ma l’importanza di ritrovarsi intorno ad una tavola ben apparecchiata è un rito di cui dobbiamo riappropriarci». Al corso partecipano persone molto diverse tra loro: «Non è una scuola d’élite perché le buone maniere sono prima di tutto il rispetto delle regole e del prossimo. Abbiamo avuto gruppi di colleghi, personale di palestre e centri benessere, manager dell’accoglienza in hotel , signore di ogni età a cui piace conoscere le regole del bon ton con costi che vanno dai 300 ai 1.500 euro per un ciclo di incontri». Non si fa scuola solo nella splendida residenza brianzola: lo staff di insegnanti di
social étiquette, cucina, costume e comunicazione lavora spesso anche all’estero: «Siamo stati chiamati anche in occasione del matrimonio di William e Kate per occuparci dei servizi di accoglienza per gli invitati a nozze», dice Mastroianni.
Ora si guarda anche al mondo dei giovani e delle scuole con un progetto che, appena si tornerà alla normasarà presentato in alcuni collegi milanesi: «Sarebbe importante che le buone maniere entrassero nel curriculum scolastico — prosegue il rettore — e vorrei promuovere corsi a titolo gratuito per aiutare i giovani nel rapporto con i coetanei , educandoli al rispetto dell’altro».
«Non ho origini aristocratiche — commenta Isabella Cataletto, manager nel settore tessile ed allieva per un giorno —, però credo che le buone maniere siano da recuperare e coltivare perché rappresentano un’esperienza di bellezza e facilitano le relazioni interpersonali».
L’etichetta 2.0 che va al passo con i tempi e coniuga tradizione ed innovazione si adegua anche alla pandemia: «Niente gomitate per salutarsi, per carità — è il monito di Mastroianni — meglio abbassare un poco il capo. Seguire le buone maniere significa spesso cercare la soluzione più semplice».