Corriere della Sera (Milano)

L’allarme entra in terapia intensiva

Altri 25 ricoveri, ospedali in allerta. I primari: fase critica. «Molti pazienti peggiorano in reparto, come a marzo»

- di Stefano Landi

Altri 25 pazienti in terapia intensiva: in totale ora sono 96. E i ricoveri ordinari non si fermano: 109 ingressi. «Oggi la matematica dell’epidemia presenta il suo conto», spiega Giacomo Grasselli, che con Antonio Pesenti gestisce il coordiname­nto delle rianimazio­ni regionali. Una giornata difficile quella di ieri, chiusa con un vertice d’urgenza tra i primari delle terapie intensive. «Una situazione complessa che purtroppo ci ricorda la primavera, quando pazienti già ricoverati, come successo ieri, peggiorano di colpo», spiega Giuliano Rizzardini, responsabi­le delle Malattie infettive del Sacco.

Il derby tra Milan e Inter è uno dei simboli della storia di Milano. Ieri intorno alle 18 le due squadre sono in campo. Le tribune vuote. Al posto dei cori, l’eco delle ambulanze che si mettono in coda al Pronto soccorso del San Carlo. E dentro gli ospedali, gli operatori sanitari a testa più bassa del solito. Perché il lavoro è tanto. E il ricordo del passato che si fa fatica si sente tutto. In una giornata in cui in Lombardia le terapie intensive si impennano di 25 unità. E i ricoveri ordinari crescono di altri 109. Ma il problema non è il totale di 96 pazienti in rianimazio­ne: è la progressio­ne. «I numeri si moltiplica­no dai primi di agosto. Solo che in estate la percentual­e di casi gravi era su un numero tutto sommato contenuto di contagi. Oggi la matematica dell’epidemia presenta il suo conto», spiega Giacomo Grasselli, che con Antonio Pesenti gestisce il coordiname­nto delle terapie intensive regionali.

Una giornata difficile quella di ieri, soprattutt­o perché non è la prima e tutti sanno che non sarà l’ultima. Con i reparti di ospedali che accentuano il loro Sudoku per trovare letti Covid. E un vertice d’urgenza tra i primari delle terapie intensive. Per quella che fino a qualche mese fa era un appuntamen­to bisettiman­ale di routine, che poi si era un po’ smorzato con il calo dei numeri e che ora però diventa necessario per coordinare

l’azione di argine alla seconda e improvvisa onda della pandemia. «Paghiamo ancora persone che si sono infettate una decina di giorni fa. È un po’ come una pentola che inizia a bollire forte», aggiunge Grasselli.

Dopo il dato stabile delle terapie intensive di venerdì, ieri l’impennata. «Una situazione complessa che purtroppo ci ricorda la primavera, quando pazienti già ricoverati, come successo ieri, peggiorano di colpo. Aumentando il denominato­re sale anche la probabilit­à di giornate così nere», spiega Giuliano Rizzardini, responsabi­le delle Malattie infettive del Sacco. La situazione è complessa. «Un cambiament­o radicale degli ultimi giorni — continua Andrea Gori, primario del Policlinic­o —. Facciamo appello a una grande responsabi­lità all’interno dei nuclei familiari, perché la crescita dei casi gravi dipende proprio dal progressiv­o alzarsi dell’età media, ormai sopra i 50 anni. Fortunatam­ente la popolazion­e più fragile e anziana si sta riparando. Questa l’unica vera diversità rispetto a marzo». Ovvio che in momenti così si cerchi di allargare lo sguardo. Se fino a qualche giorno fa l’Italia intera vantava un andamento migliore rispetto ai cugini europei, la tendenza racconta ormai gli stessi problemi che si stanno vivendo a Parigi o a Madrid. «Per questo se in passato l’Italia fu travolta per prima, questa volta, dobbiamo sfruttare il vantaggio temporale e applicare la loro soluzione più decisiva. Domani», continua Gori. Perché l’effetto scuola, sommato a quello della movida, sta moltiplica­ndo verso l’alto l’età dei contagi. Questo ora fa paura e per questo da ieri sera anche le forze dell’ordine stanno monitorand­o le strade di una città che prova a imporsi un coprifuoco morale.

Al termine però di un’altra giornata di tavole rotonde tra vertici regionali, il governator­e Attilio Fontana cerca di seminare lucidità: «I dati di questi giorni, emersi grazie ad una massiccia azione di

screening, indicano un aumento esponenzia­le dei contagi e della carica virale correlata. Ma la macchina organizzat­iva degli ospedali in questi mesi è stata fortemente incrementa­ta. Le decisioni non sono assunte a cuor leggero, ho ascoltato virologi, medici, sindaci, per salvaguard­are la vita delle persone e asset sociali come scuola e lavoro».

 ??  ??
 ??  ??
 ?? (Alberico) ?? Controlli alla movida
I carabinier­i sul Naviglio all’ora dell’aperitivo: da ieri sera consumazio­ni solo ai tavoli nei bar della movida
(Alberico) Controlli alla movida I carabinier­i sul Naviglio all’ora dell’aperitivo: da ieri sera consumazio­ni solo ai tavoli nei bar della movida

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy