SPAVALDI E VILLANI A VOLTO SCOPERTO
Scrive il lettore Boris Parmigiani, molto irritato con i suoi (e nostri) concittadini: «Assisto a comportamenti che mi lasciano senza parole. Atteggiamenti figli di una scarsa educazione, di uno scarso senso civico, di una mancanza di rispetto nei confronti del prossimo e di se stessi, di una inosservanza delle regole oltre che di una scarsissima cultura in materia del virus che ci affligge. Basta fare una breve camminata lungo le vie e le piazze della città per assistere ad atteggiamenti non consoni alla grave situazione venutasi a creare. Troppi sono gli arroganti, i presuntuosi, gli spavaldi, gli ignoranti che agiscono senza preoccuparsi delle conseguenze negative che ne possono scaturire». Si parla naturalmente di mascherine portate sotto il naso, a mo’ di collare sul mento o addirittura legate al braccio e delle risposte villane che si ricevono se si osa pregare i trasgressori di indossarle correttamente. Fanno pensare, questi signori, a certi padroni di cani che portano a passeggio le loro bestiole con il sacchetto per le deiezioni legato al guinzaglio, per segnalare che sono ligi alle regole; peccato che poi quel sacchetto non raramente rimanga inutilizzato e se qualcuno si permette una osservazione sono garantite reazioni verbali a volte anche assai spiacevoli. Tornando alle maschere, a un malcapitato è già successo, qui in città, di incontrare in una strada del semicentro, un gruppetto di giovani intorno ai 30 anni, maschi e femmine, particolarmente allegri e su di giri, tutti quanti allo stesso modo smascherati, dai quali, in risposta alle sue flebili proteste, si è preso una scarica di sbeffeggi accompagnati da un coro di veri sputacchi e finti colpi di tosse e starnuti lanciati nella sua direzione. C’è soltanto da sperare che i gentiluomini (e le loro gentildonne) fossero davvero molto ubriachi. Ciò detto, a consolazione del signor Parmigiani, bisogna comunque riconoscere che i suoi e nostri concittadini nell’insieme sembrano abbastanza disciplinati. I quasi 11 mila contagi, oltre 63o dei quali qui a Milano, hanno, infatti, indotto la maggior parte a mettersi in regola con la maschera. La paura ha, fortunatamente, fatto — quasi — quaranta.