Dopo le calze, l’orologio: Sala si tinge d’arcobaleno
Dopo i calzini, l’orologio arcobaleno. Gesto semplice, ma fortemente iconico quelle del sindaco Beppe Sala, che ieri ha affidato ancora una volta a Instagram il suo sostegno alla Milano dei diritti. «È l’ora del Pride», ha scritto il sindaco. Lo aveva già fatto nel 2019 per lanciare la Pride week. Stessa poltrona rossa, calzini arcobaleno in bella vista. Una foto, quella di ieri, che è diventata virale nel giro di poche ore . Sotto l’immagine del sindaco tanti apprezzamenti (dodicimila i «like» raccolti in poche ore dal post), ma anche qualche critica. «Ripartiamo dai diritti» è proprio il tema dell’edizione del Milano Pride di quest’anno, che fino al 27 giugno proporrà spettacoli di teatro, installazioni luminose, talk e spazi dedicati alle famiglie. Sabato 26 l’evento finale all’Arco della Pace con ospiti (tra cui Alessandro Zan, il relatore dell’omonimo ddl contro l’omfobia in discussione in Parlamento) e performance varie. Sala ha partecipato di persona a ben tre edizioni del corteo arcobaleno, l’ultima delle quali nel 2018. «Popolo del Pride, Milano è casa vostra e io sono fiero di essere il primo cittadino di questa città che si è sempre basata e sempre si baserà sui diritti e sui doveri. Noi vi difenderemo da tutti quelli che mettono in discussione questo», aveva scandito Beppe Sala tre anni fa dal palco.
Il sindaco di Milano ieri pomeriggio ha poi partecipato al dibattito sul libro di Cristina Tajani «Città prossime Dal quartiere al mondo: Milano e le metropoli globali» proprio all’indomani dell’intervista al Corriere in cui l’attuale assessore al Commercio annuncia di non volersi ricandidare. «Al fatto che Cristina non si occupi più di politica ci credo relativamente .... vabbè poi vediamo», ha commentato il sindaco quasi a lasciare una porta aperta all’impegno politico di Tajani. Tra i partecipanti al dibattito anche il vicesegretario del Pd Peppe Provenzano. Rivolgendosi a lui Sala ha osservato: «Per quanto fatto negli ultimi dieci anni Milano merita di più dalla politica».