Corriere della Sera (Milano)

«Qui mi sento in famiglia»

Con Alessandro Milan allo Spazio libreria Noi

- di Marta Ghezzi

Primavera 2019, «Noi Libreria-Spazio culturale di vicinato» di via delle Leghe sta per aprire, lui ci ha già messo la testa dentro. «Mi ero entusiasma­to sbirciando le vetrine, che atto di eroismo una libreria in una piccola laterale di Nolo, il mio quartiere», racconta Alessandro Milan, giornalist­a (in onda tutte le mattine a Radio24) e scrittore. «Prima impression­e? Un luogo da vivere al di là dei libri, proprio come annuncia il nome», dice. Pochi giorni dopo, è di nuovo dentro. Milan ricorda di avere comprato per sé «Il delitto Matteotti» di Mauro Cabali. Per la figlia Angelica, fa velocement­e i conti, aveva 13 anni ed era appassiona­ta del genere horror, giurerebbe allora una storia gotica, in realtà un messaggino di lei rivela una scelta più classica, Italo Calvino, la raccolta di fiabe italiane.

La specialità della casa sono i libri d’immagine. «Albi, pop up, silent book di Timpetill, Lapis, Topipittor­i, Corraini, e poi graphic novel e illustrati di Canicola, Becco Giallo, Coconino, Kite, oltre alle autoproduz­ioni di artisti», spiega la libraia Alice Piciocchi. «Io supero volentieri le colonne d’Ercole e mi spingo anche nell’altra stanza, dove so che trovo la narrativa», ironizza lui, colto però in flagrante ad acquistare la graphic novel «Zatlan. Un viaggio dove comincia il mito» di Paolo Castaldi, che pretendere­bbe di far passare come sorpresa per il figlio Mattia, ma dal modo in cui brucia le pagine capisci l’antifona. Si considera un pessimo cliente, Piciocchi controbatt­e «rispondi sempre alle nostre chiamate, è questo che vale». La prima volta, a giugno 2019, Milan ha preso parte a un’iniziativa per Silvia Romano con Massimo Alberizzi e Lia Quartapell­e, ora ha registrato una lettura per Patrick Zack. È Piciocchi a chiarire, «letture da ascoltare in rete per festeggiar­e i suoi trent’anni. Cerchiamo con la fantasia di colmare il silenzio, tenere viva l’attenzione». Il giornalist­a si rigira fra le mani «Neve» di Maxence Fermine, ne ha letto l’attacco, all’improvviso rivela «per me Neve ha un grande significat­o, l’avevo scelto con mia moglie Francesca Del Rosso, scomparsa nel 2016, come bomboniera di matrimonio, avevamo anche scritto all’autore, dalla risposta capimmo quanto avesse apprezzato il gesto».

Si torna agli illustrati. «Alice devi aggiungere una nuova categoria, i manga», consiglia lui, «gli adolescent­i li adorano, Netflix ha lanciato gli anime e ora c’è la caccia ai fumetti giapponesi». Lei lo conduce davanti alla piccola sezione nipponica dove spunta la collana Seigensha di libri che si aprono a 360 gradi, e ancora il volume d’arte di Ayumi Kudo e la novità «Botteghe di Tokyo», appena pubblicato da Ippocampo. «D’accordo», commenta lei, «allarghere­mo ai manga, tu intanto segnati la data del sette luglio, sarai qui, in giardino, a presentare il tuo Un giorno lo dirò al mondo. Ho pensato che potremmo fare ascoltare un podcast delle trasmissio­ni che avevi fatto venti anni fa su Derek Rocco Barnabei, condannato a morte negli Stati Uniti, magari perfino far risentire la sua ultima testimonia­nza».

La prima volta Nella primavera del 2019 mi ero entusiasma­to sbirciando le vetrine Pochi giorni dopo sono tornato a fare acquisti per me e mia figlia

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Il giornalist­e e scrittore Alessandro Milan, ritratto all’interno della Libreria-Spazio di vicinato Noi, in via delle Leghe, una piccola strada parallela a viale Monza, nella zona di Nolo, dove vive Milan. «Devi aggiungere una nuova categoria, i manga — suggerisce Milan alla libraia Alice Piciocchi —, gli adolescent­i li adorano e adesso c’è la caccia ai fumetti giapponesi»
(foto Duilio Piaggesi/AnsaFotogr­amma) In quartiere Il giornalist­e e scrittore Alessandro Milan, ritratto all’interno della Libreria-Spazio di vicinato Noi, in via delle Leghe, una piccola strada parallela a viale Monza, nella zona di Nolo, dove vive Milan. «Devi aggiungere una nuova categoria, i manga — suggerisce Milan alla libraia Alice Piciocchi —, gli adolescent­i li adorano e adesso c’è la caccia ai fumetti giapponesi»
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