Avis, i donatori che rispondono all’appello
Viaggio tra i donatori del sangue dell’Avis alle prese con il calo della raccolta. Tra rinunce e necessarie sostituzioni fisiologiche, i conti non tornano e in Italia è più difficile fidelizzare i donatori. Con lo stop agli interventi a causa del Covid l’equilibrio ha retto, ma nel secondo semestre serve una svolta.
Di certo Avis non necessita presentazioni, però, come tante attività che la pandemia ha costretto a fermarsi, anche la donazione di sangue ha subito un contraccolpo. Cifre alla mano, lo scorso anno c’è stato un saldo negativo del 10% di donatori (da 90.000 a 80.000). Il tutto si inserisce in quella che è la necessità fisiologica di sostituirne ogni anno il 20% (le persone si ammalano o raggiungono il limite dei 70 anni). L’aspettativa di vita è aumentata e di concerto l’età di chi dona, ma questo significa anche maggiori numeri in uscita: se aggiungiamo l’italico deficit di natalità: 420.084 nati nel 2019, meno 16.000 nel 2020 che incide sulla fascia fondamentale dei donatori tra i 18 ed i 25 anni, la gravità del quadro è completa. La fidelizzazione di un donatore è bassa rispetto al Nord Europa e la pandemia ha altresì penalizzato i luoghi canonici dove se ne vanno a cercare di nuovi: le scuole in primis.Vero è che molti interventi non urgenti sono stati rinviati per curare i pazienti affetti da Covid e questo in parte ha messo Avis in condizione di soddisfare il bisogno di sangue a fronte di un minore disponibilità; poi però il ritorno alla normalità chiederà il conto, e molte persone avranno trascurato la loro salute tenendosi lontano dai luoghi di cura. Il secondo semestre del 2021 ci sarà bisogno di un incremento di donatori: lo si può fare scrivendo a: servizio.donatori@avismi.it. Siamo sicuri che i milanesi sapranno dare una ulteriore conferma della loro generosità.