Il Risorgimento nel database dei soldati-eroi
L’identità dei 640 mila soldati che presero parte alle battaglie per l’unità d’Italia in un archivio digitale (gratuito): «Ora anche quegli eroi hanno nome e cognome»
Un archivio digitale, e gratuito, con i nomi e le storie dei 640 mila soldati italiani che presero parte alle battaglie risorgimentali. Il database si chiama «Progetto Torelli», è online da pochi giorni.
MANTOVA Un progetto enorme che la Società Solferino e San Martino, ente morale fondato nel 1870, contava di riuscire a completare in cinque anni. Invece, per completare il lavoro, di anni ne sono bastati solo tre e ora i nomi di ben 640 mila soldati escono dall’oblio durato un secolo e mezzo per entrare, uno ad uno con nome e cognome, nella storia d’Italia. Si tratta dei militari italiani che parteciparono, tra il 1848 e il 1870, alle campagne risorgimentali dalle quali il nostro Paese sarebbe poi uscito unito. Un immenso database consultabile da chiunque, nel quale è possibile cercare chi partecipò a quei combattimenti, spesso rimettendoci la vita, e che consente finalmente di dare una identità a chi fu protagonista in quegli anni a cavallo della metà dell’800.
Il «Progetto Torelli» (questo il nome dell’iniziativa, da Luigi Torelli, che fu ministro e patriota in quegli anni, ricordato anche per aver issato il Tricolore sulla Madonnina del Duomo di Milano al termine delle Cinque giornate, ndr), ha preso il via a novembre 2018 su spinta del conservatore e del presidente della Società Solferino e San Martino, rispettivamente Bruno Borghi e Fausto Fondrieschi.
L’idea era appunto quella di raccogliere le identità di tutte quelle centinaia di migliaia di soldati che combatterono per l’Italia unita, rendendo loro omaggio e consegnandoli uno ad uno alla memoria e alla conoscenza collettive.
Dai licei Bagatta di Desenzano del Garda e Gonzaga di Castiglione delle Stiviere, all’Accademia Belle Arti di Firenze, dall’istituto Maserati di Voghera all’università Cattolica di Milano: circa 300 tra studenti, docenti, volontari e soci della Solferino e San Martino si sono dati da fare tra ricerche, archivi e registri riuscendo a completare l’opera, conclusa proprio in questi ultimi giorni. Un lavoro immane di ricerca, cercando fondi, setacciando archivi per dare un’identità a tutti quegli uomini di un’epoca lontana.
La consultazione è molto semplice: una volta raggiunto il database (per farlo, basta digitare su Internet «Progetto Torelli»), è ora possibile ricercare il nome dei partecipanti alle battaglie risorgimentali. Tra tanti militi, ora non più ignoti, ci sono anche nomi eccellenti. A iniziare, ad esempio, da Giuseppe Garibaldi, tra i principali artefici dell’unità d’Italia. Per lui, come per tutti gli altri soldati, sono disponibili nome, cognome, nome del padre, battaglione di appartenenza, il periodo in cui venne prestato servizio sotto le armi e un attestato postumo che certifica la presenza nell’enorme archivio storico digitale.
«Si è trattato di una vera impresa che, quando abbiamo iniziato a pensarla, pareva impossibile — afferma il conservatore della Società, Bruno Borghi —. La base di partenza di questo lavoro è stata rendere pubblico il contenuto di 138 registri diligentemente compilati e conclusi dalla Società Solferino e San Martino il 15 ottobre 1893, lo stesso giorno dell’inaugurazione della Torre di San Martino. Registri che, non si sa per quale ragione, erano conservati nell’archivio del Museo del Risorgimento di Milano: un capitale di migliaia di nomi, gradi, corpi di appartenenza, matricole ora disponibili online e gratuitamente. A tutti quanti hanno collaborato dobbiamo un grande ringraziamento». Dal canto suo, il presidente della Società Fausto Fondrieschi aggiunge un parallelismo: «I soldati che si arruolarono per combattere nelle battaglie risorgimentali avevano l’età dei ragazzi che hanno trascritto i loro nomi: troviamo così un parallelo tra i giovani d’un tempo e quelli di oggi, senza i quali forse il nostro progetto non sarebbe andato a buon fine».
Il progetto
«È un capitale fatto di storie, gradi e corpi di appartenenza ora accessibile a tutti»