Uccide la moglie Sos dei tre figli
Arese, la famiglia si era trasferita un mese fa dal Messico. La donna colpita alla testa. I tre ragazzi erano in casa
Ha ucciso la moglie e poi si è barricato in bagno dove si è ferito. Omicidio all’alba, ieri ad Arese, con l’allarme dato dai figli. La famiglia era arrivata dal Messico un mese fa.
Erano arrivati da un mese in Italia. Jaime Moises Rodriguez Diaz, la moglie Silvia Susana Guzman e i loro tre figli, un 18enne, un 15enne e una ragazzina di 13 anni. Il lavoro dell’uomo, un 41enne che aveva un impiego alla Nestlè, li aveva fatti spostare dal Messico, loro Paese d’origine, ad Arese, in un condominio signorile di via Gran Paradiso. Proprio qui, nella loro nuova casa al civico 3, la donna 48enne è morta a seguito di una lite violenta col marito, il quale, ieri sera, si trovava sotto interrogatorio di fronte a carabinieri e magistrati, che nella notte stavano preparando il decreto di fermo per omicidio. A dare l’allarme, poco dopo le 7 del mattino, i figli della coppia. All’arrivo dei carabinieri, Rodriguez Diaz è stato trovato in bagno, dove aveva tentato il suicidio.
Alla base ci sarebbero problemi della coppia, che avrebbe attraversato un periodo di crisi. Il medico legale intervenuto sul posto ha stabilito che si tratta con certezza di morte violenta, ma, in attesa dell’autopsia, non si è sbilanciato sulle cause. Va analizzata una ferita all’altezza del sopracciglio della donna, che dai primi accertamenti potrebbe derivare da un coltello. Si tratta, stando a quanto emerso, di una lesione non molto evidente, dalla quale non è uscito molto sangue (sulla scena del delitto sono state trovate tracce, ma non molto estese). C’è da capire se sia stata originata da un colpo dato di taglio o con la punta della lama, che in questo secondo caso potrebbe aver raggiunto il cranio di Silvia Villegas. Non è escluso nemmeno che la 48enne possa essere stata strangolata o soffocata: risposte più certe, per gli inquirenti, dovrebbero arrivare dall’autopsia. Dopo il dramma, Guzman si è chiuso in bagno, dove si è inflitto alcuni tagli ai polsi e due ferite poco profonde al torace. È stato trasportato all’ospedale di Garbagnate Milanese, dove non versa in condizioni preoccupanti. I carabinieri del Nucleo Investigativo di via Moscova e della compagnia di Rho sono partiti sentendo la testimonianza del figlio maggiorenne, con l’ausilio di un interprete, visto che la famiglia, immigrata davvero da poche settimane, non aveva avuto ancora il tempo di ambientarsi in Italia. Una prima ipotesi sui cui stanno lavorando gli investigatori è che una crisi coniugale che si trascinava da tempo stia alla base del dramma. Forse un atteggiamento troppo possessivo del marito avrebbe acuito la litigiosità e le tensioni nella coppia, sfociate nella furia omicida esplosa alle prime ore di ieri.