Primo fuoco amico su di Montigny: «Basta talent show»
Malumore centrista: stiamo bruciando tempo
Il giorno della fumata bianca dovrebbe essere mercoledì (ma Berlusconi dovrebbe vedere Salvini già stasera). Più che la «data X» dovrebbe essere quella oltre cui è impossibile andare. Perché il nome del candidato sindaco del centrodestra a Milano comincia a diventare un tormentone estivo. Ma la distanza dal voto si accorcia, per questo il nome di Oscar di Montigny, 51 anni, il civico più civico di altri, comincia a consolidarsi.
Lui stesso, genero di Ennio Doris, dal 2000 uomo forte di Banca Mediolanum, si aspetta ormai che la scelta, spinta dal leader della Lega Matteo Salvini, venga benedetta anche dai vertici delle altre forze della coalizione. Perché se da una parte stanno cedendo tutte le remore personali legate al salto in politica, dall’altro ci sono da sciogliere le ultime riserve proprio della coalizione. «Ad oggi ho fatto alcuni incontri e tante telefonate, ma per capirci e non avere più dubbi, è il momento di confrontarsi su idee e prospettive non più con il delegato dei delegati», ammette di Montigny.
E qui la strada si rivela non del tutto in discesa. «Basta accendere una luce e poi Milano brilla di luce propria — ha detto sibillina ieri la vicepresidente della Regione Letizia Moratti —. Sono certa che alla fine il centrodestra sarà capace di fare sintesi e di accendere quella luce che Milano ha dentro di sé».
Un po’ meno certi della facilità di centrare l’obiettivo sono le forze centriste della coalizione: «Siamo arrivati ormai al 28esimo nome di candidato: il problema è che queste primarie virtuali sono un talent show che si sta facendo sui giornali e sui social», attacca Matteo Forte, consigliere comunale di Milano Popolare. Perché a preoccupare la coalizione è proprio la distanza dal voto. «Questo giochino crea malumori e disorienta l’elettorato: noi non siamo contrari alla figura del civico, né a quella di di Montigny che presto incontreremo, ma siamo quasi a fine giugno e stiamo bruciando tempo per far parlare di contenuti l’uomo che dovrà sfidare un sindaco già ben conosciuto come Beppe Sala».