Corriere della Sera (Milano)

L’AMORE DEGLI SCRITTORI PER LA CITTÀ LETTERARIA

- di Vivian Lamarque

Milano, Milano, Milano, non ti fischiano le orecchie? Ma quanto è amata dagli scrittori, Milano? Sono appena usciti quasi all’unisono non so quanti libri su di lei, non si monterà la testa? Oltre agli andati a ruba tre volumetti di Giangiacom­o Schiavi sul nostro dialetto, oltre al bel «Milano in 10 passeggiat­e» (Bur) di Andrea Kerbaker (vedi su queste pagine l’articolo di Marco Balzano del 16 u.s.), oltre a «Lettera a Milano»

a cura di Lorenzo Valentino (Jaca Book) con dichiarazi­oni d’amore di decine d’autori, in libreria ora anche la narrazione in grande prosa di due poeti: Maurizio Cucchi torna, atteso, con «La traversata di Milano» ampliata e aggiornata in un Oscar Mondadori (con tre piccole perle autografe di Stendhal). Con lui incontriam­o, nei luoghi suoi prediletti che subito si fanno nostri, passanti di oggi e remoti (Leonardo, Petrarca, Stendhal, Porta, Tessa, Sereni ecc.) sfuggiti ai tempi loro per apparire un attimo, che dono, al nostro millennio.

E Giampiero Neri a 94 anni ci sorprende con «Piazza Libia» (Edizioni Ares), la piazza in cui abita da quasi una vita. Anzi sarebbe un piazzale, «licenza poetica» sorride Neri. Ci pare di vederla, di toccarla, di attraversa­rla, è la sua piazza ma è tutte le piazze, con l’edicolante e i suoi clienti, con il panettiere laureato e il venditore di fiori, con il Signor Giovanni che abita, nobilmente, una panchina. «Ha bisogno di soldi? No, mi ha risposto». E con un poeta che della piazza sa leggere la grande anima.

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