NIENTE RESA CONTRO I WRITER VIGLIACCHI
Ci siamo arresi? Gli imbrattamuri hanno vinto? Viene voglia di rispondere subito sì a questi due interrogativi, guardando i tanti palazzi «decorati» o ridecorati da vandali sconosciuti. Gli sgorbi stanno ancora lì, in certi casi si sono rinnovati dopo le ripuliture che il Comune di Milano ha promosso. Mi è rimasta impressa una cifra che comparve sui giornali dieci anni fa: nell’arco di quattro anni l’amministrazione pubblica ha speso 35 milioni di euro per restituire dignità alle facciate e ai monumenti. E adesso gli autori degli sgorbi sono diventati pure spavaldi quando minacciano con altre scritte i pulitori di muri: «Non ci cancellerete, ve la faremo pagare». I writer, sia detto per inciso, sono ovviamente dei vigliacchi perché agiscono nell’ombra e hanno gioco facile a offendere i cittadini che sognano finalmente una città dal volto pulito. Faccio un solo esempio: sul piazzale del parco Solari, uno dei tanti giardini pubblici milanesi, c’è una scultura di Kan Yasuda («La porta del ritorno»): due colonne quadrate, nere, e sormontate da un arco, nero anch’esso e giallo. Armatevi di pazienza e leggete con me alcuni di questi sgorbi, o sigle, che i vandali hanno lasciato sul monumento: «WAN», «POLICE», «AB100», «XZNO»... Grazie a una istintiva reazione è nata nel 2006 una associazione antigraffiti; e c’è anche, e agisce, un servizio pubblico contro i vandalismi: sia l’una che l’altro si danno molto da fare, per carità; ma i graffitari continuano a fare i comodi loro. E noi sopportiamo la vergogna.