Dal jazz ai ritmi della world music: s’inaugura la stagione all’aperto con sei appuntamenti nel Chiostro
Si apre oggi la rassegna all’aperto con sei appuntamenti Dal jazz alla classica ai ritmi «world». E un gran finale dedicato al cinema
Per la direttrice Cristina Frosini, è il modo «di ringraziare docenti e studenti per come e quanto hanno lavorato insieme: queste sei serate en plein air sono il frutto del loro comune impegno». Per il pubblico che aveva seguito le edizioni fino al 2019, i sei appuntamenti del ciclo «Chiostro 2021» saranno la tanto attesa quanto gradita ripresa di una tradizione assai fortunata: negli anni passati i concerti nel chiostro tenuti dai docenti e dai migliori allievi del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano attiravano centinaia di spettatori durante l’estate milanese, grazie alla cura con cui erano preparati e la qualità dell’offerta artistica che i musicisti riuscivano a porgere agli appassionati.
Rispetto alle edizioni precedenti, dove il repertorio della grande tradizionale classica era preponderante, il cartellone 2021 è segnato soprattutto dal jazz, anche se non dimentica la classica (colta nei suoi linguaggi più nuovi), si apre alla world music, omaggia il cinema attraverso le più popolari colonne sonore e le donne in una serata tutta al femminile per interpreti vocali e repertorio. Oggi, giornata dedicata alla «Festa della Musica», il concerto inaugurale è un trionfo di ensemble jazz: ben sette gruppi strumentali si alterneranno nel chiostro del Conservatorio in quella che il titolo della locandina definisce «Verdi Summer Renaissance». Aprono la serata I Conti di Palermo Brutti Toni, impegnati in «Eighty one» di Ron Carter, «Seven steps to heaven» di Victor Feldman e «Funkallero» di Bill Evans; poi il Lorenzo Barcella 5et, con «Statues» ed «Eos» dello stesso chitarrista e fondatore del quintetto, il Cuban Jazz Quintet, il Giuseppe Blanco 4et tra Wayne Shorter ed Herbie Hancock («Eye of Hurricane»); Francesco Spinazza guida il suo quintetto nel suo «Aim» e nell’immaginifico «From Gagarin’s Point of View» di Esbjörn Svensson; concludono la lunga sera l’Usai-Puglisi 4et e il Soul Circus.
Giovedì ancora jazz, ma già rivisto da prospettiva geografiche e culturali diverse e distanti: «L’arte dell’improvvisazione da Oriente ad Occidente» è illustrata da un ensemble di studenti guidati da Giuliana Soscia, che al pianoforte dirige due suoi brani, «Indaco» e «Vaishnav Jana To Tene Kahiye»; la stessa Soscia nella seconda parte presenta altri suoi brani e arrangiamenti con l’Indo Jazz Project. Otto voci femminili si sussedai guiranno lunedì prossimo per cantare «Donne in Jazz», mentre il primo luglio il pianista Antonio Zambrini accompagnerà Andrea Dulbecco che si dividerà tra vibrafono e marimba.
Il concerto del 5 luglio sarà dedicato alla World Music: «Mediterraneo: il mare degli incontri» raccoglie canti delle tradizioni locali come «Silenziu d’amuri», «Odessa bulgar», «Hicaz Mandira» e la «Pizzica di San Vito». Tre giorni dopo il gran finale con «Cinematic: da Hollywood a Cinecittà»: una spumeggiante antologia di memorabili colonne sonore, da Rota e Morricone a Bernstein e Mancini.