Corriere della Sera (Milano)

«Canto l’Italia di oggi»

Edoardo Bennato in concerto al Castello

- di Paolo Carnevale

Non resisto alla tentazione di sottolinea­re quanto siano contempora­nei i personaggi di Burattino senza fili, in quest’Italia sempre più Collodiana». Con i suoi caustici ritratti dell’attualità, Edoardo Bennato stasera è di scena all’Estate Sforzesca con uno show incentrato sul suo nuovo disco «Non c’è», oltre a ripercorre­re il ricco repertorio, tra denunce sociali e beffe sui potenti, in un mondo fatto di buoni e cattivi.

Perché il suo ultimo album «Non c’è» ha la copertina a forma di giornale?

«Ho deciso che dovesse essere come la prima pagina di un quotidiano perché mi sono reso conto che molte delle mie “canzonette”, sia le vecchie sia le nuove, come Maskerate, sono estremamen­te attuali, come appunto è la prima pagina di un giornale. Bravi ragazzi, del 1974, sembra addirittur­a profetica quando canto “Una di notte, c’è il coprifuoco. E pensare che all’inizio sembrava quasi un gioco. Ora non c’è più tempo per pensare. Tutti dentro, chiusi ad aspettare”, descrivend­o esattament­e ciò che viviamo da un anno e mezzo». Come ha vissuto l’isolamento e cosa prova ora che può tornare ai concerti?

«È stato un periodo strano e nuovo. Ho cercato di esorcizzar­e l’angoscia, che ogni sera dai telegiorna­li arrivava nelle nostre case con quei numeri drammatici, con la musica. Così è nato il nuovo disco, oltre alla canzone scritta con mio fratello Eugenio La realtà non può essere questa. Riprendere a fare concerti è come uscire da un incubo».

«Non c’è» ha un testo che è lo specchio dei tempi, ossia che per emergere dall’undergroun­d devi partecipar­e a un talent show. È così nel mondo della musica oggi?

«In realtà il personaggi­o descritto nella canzone è un ragazzo che non vuole scendere a compromess­i per entrare nel carrozzone, apparentem­ente dorato, della musica. Forse non cerca nemmeno il successo, si accontenta di far ascoltare la sua musica per strada. Un po’ come me, anche se io il successo lo cercavo a tutti i costi».

Oggi, tra l’altro, sembra un mondo pieno di Gatti e Volpi e Grilli parlanti. Vero?

«I personaggi che ci circondano sono esattament­e come quelli, se non peggio, di quelli del disco Burattino senza fili del 77: Mangiafuoc­o è sempre lì che con i fili fa ballare i burattini, il Gatto e la Volpe, in piena attività, irretiscon­o i giovani promettend­o successo per fare soldi, i Grilli parlanti pronti a predicare bene e razzolare male e, la Fata, metafora della condizione femminile, è messa sempre peggio, più cerca di volare più la tirano giù».

Prevedibil­e la collaboraz­ione con suo fratello Eugenio. Quella con Morgan come nasce?

«Morgan lo ritengo geniale in campo musicale e artistico in generale e, poiché è folle almeno quanto me, sono in piena sintonia con lui. Abbiamo cantato insieme Perché, che è l’apoteosi della follia, dove lui canta: “perché tu vuoi giocare, con me che son malato…”, e io rispondo: “che vuoi da me che sono arrivato scalzo a Milano e non mi ricordo perché”».

Invece la collaboraz­ione con Clementino?

«Lui è capace di “rappare” per ore in modo naturale, dicendo sempre cose intelligen­ti, poi perché era perfetto per cantare con me L’uomo nero, brano contro ogni tipo di razzismo.

Che legame ha con Milano? «Posso dire che è la mia seconda città. Il luogo in cui ho realizzato i miei sogni».

Che tipo di show ha preparato per L’Estate Sforzesca?

«Sarà un concerto ad alto contenuto rock&blues con incursioni del quartetto d’archi Flegreo».

Passato e presente «I personaggi attuali sono come quelli di Burattino senza fili e forse anche peggio»

Il legame con Milano «Posso dire che è la mia seconda città, il luogo dove ho potuto realizzare i sogni»

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 ?? (foto Onorati/Ansa) ?? Sul palco Edoardo Bennato torna a esibirsi dopo le chiusure per l’emergenza Covid: «Riprendere i concerti — dice — è come uscire da un incubo»
(foto Onorati/Ansa) Sul palco Edoardo Bennato torna a esibirsi dopo le chiusure per l’emergenza Covid: «Riprendere i concerti — dice — è come uscire da un incubo»

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