Corriere della Sera (Milano)

«Ora tocca a te» Dopo la moglie voleva uccidere anche il figlio

Il 18enne: sono sopravviss­uto fingendomi morto. La donna soffocata con un cuscino

- di Cesare Giuzzi

Prima di chiudersi in bagno, sabato mattina, dopo aver soffocato la moglie con un cuscino, il 41enne Jaime Rodriguez Diaz ha cercato di strangolar­e con una cintura anche il figlio di 18 anni, primo dei tre figli della coppia appena arrivata in Italia dal Messico al condominio Gran Paradiso di Arese. Il giovane, sopravviss­uto fingendosi morto, è stato affidato a una casa-famiglia insieme con i due altri fratelli di 15 e 13 anni che avevano dato l’allarme.

Se l’è trovato davanti. Ancora stordito dal sonno: «Ho ucciso tua madre, ora tocca a te». Al figlio, 18enne, non ha neanche lasciato il tempo di capire. È andato in camera, ha preso la cintura di nylon da un paio di pantaloni e gliela ha stretta al collo. Il ragazzo ha lottato, con il suo fisico molto più minuto rispetto al padre, poi ha fatto la sola cosa che poteva salvargli la vita: fingersi morto. In realtà è svenuto sul serio, perché era incoscient­e quando lo hanno trovato i soccorrito­ri chiamati dal fratello 15enne che insieme alla sorellina di 13 s’è svegliato durante la lite. Anche a loro, prima di rinchiuder­si in bagno e ferirsi le braccia e il costato destro in modo superficia­le, Jaime Moises Rodriguez Diaz ha detto di aver «ucciso la mamma».

È questo, ricostruit­o dai carabinier­i attraverso il racconto dei figli, quanto accaduto sabato mattina nell’appartamen­to del condominio Gran Paradiso di Arese dove il 41enne messicano Rodriguez Diaz, impiegato alla Nestlé, ha ucciso la moglie 48enne Silvia Susana Guzman e ha cercato di ammazzare il figlio maggiore. I dettagli sono emersi nel corso di un minuzioso lavoro di ricostruzi­one dei carabinier­i andato avanti per tutta la giornata e che ha portato nella tarda serata di sabato all’arresto del 41enne per omicidio aggravato e tentato omicidio aggravato.

L’uomo, davanti al pm Giovanni Tarzia non ha parlato. Non ha spiegato le ragioni del suo gesto. Lo hanno fatto, appunto, i suoi figli ascoltati grazie a un interprete visto che vivono in Italia da pochissimo, non parlano la nostra lingua e continuano a studiare nelle scuole messicane. Ai carabinier­i della compagnia di Rho, comandati dal capitano Giuliano Carulli, e a quelli del Nucleo investigat­ivo guidati da Michele Miulli e Antonio Coppola, hanno raccontato di continue liti tra i genitori. Lui, descritto come un padre padrone, autoritari­o e dispotico, accusava la moglie di avere un’altra relazione. Venerdì sera l’ennesimo litigio che comunque non aveva attirato l’attenzione dei vicini, quando l’uomo aveva imposto alla moglie di controllar­e i messaggi sul cellulare.

La situazione sembrava tornata alla normalità ma poco prima dell’alba di sabato, Rodriguez Diaz avrebbe soffocato la donna con un cuscino in camera da letto. Lo confermere­bbero alcuni segni trovati intorno agli occhi dal medico legale, anche se per avere la certezza bisognerà aspettare l’autopsia. Sul corpo, all’altezza di un occhio, è stato trovato anche il segno di una coltellata che però non appare profonda. Quando sono intervenut­i i soccorrito­ri, alle 8, il

I reati sangue era già rappreso segno che sarebbero passate almeno due ore dal momento dell’omicidio a quando ha poi cercato di fare lo stesso con il figlio appena maggiorenn­e.

Il ragazzo dormiva sul divano. Il padre lo ha svegliato e gli ha detto di aver ucciso la mamma e che avrebbe fatto lo stesso con lui. Il giovane s’è ritrovato addosso il padre e la cintura stretta intorno al collo. Ha cercato di lottare poi si è lasciato andare fingendosi ormai morto: sul collo sono stati trovati segni superficia­li. In quel momento il fratello e la sorella sono riusciti a dare l’allarme. Il 41enne s’è chiuso in bagno e ha tentato un maldestro suicidio: medicato in ospedale e dimesso con dieci giorni di prognosi. Sembra che anche nei confronti del figlio maggiore ci fossero pesanti dissapori e accuse. Per questo si sarebbe avventato anche contro di lui.

I ragazzi ancora sotto choc sono stati adesso affidati a una comunità e presi in carico dal Comune di Arese. Non hanno parenti né qualcuno che possa prendersi cura di loro in Italia. Oggi il pm Tarzia chiederà al gip la convalida dell’arresto.

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I carabinier­i al condominio Gran Paradiso di Arese: hanno arrestato l’uomo con l’accusa di omicidio e tentato omicidio aggravati

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