Corriere della Sera (Milano)

Rotte migratorie: gli adolescent­i superano gli adulti

La giornata mondiale del rifugiato Si inverte la tendenza. Profughi in calo rispetto all’era pre Covid

- di Andrea Senesi

Più minori che adulti. Milano nel 2020 ha ospitato 504 rifugiati e 610 adolescent­i stranieri non accompagna­ti (Albania, Egitto e Kosovo le nazionalit­à prevalenti). Dati in lieve calo rispetto al 2019.

Più minori che adulti. Nel corso del 2020 Milano ha ospitato 504 rifugiati, 378 dei quali già inseriti nei centri di accoglienz­a e 126 arrivati invece nel corso dell’anno. Quanto ai minori stranieri non accompagna­ti, quelli accolti al termine del 2020 sono stati 610 (Albania, Egitto e Kosovo le nazionalit­à prevalenti). È quanto emerge dal rapporto annuale fornito dal Comune, attraverso la rete del sistema di accoglienz­a e integrazio­ne, per la giornata internazio­nale del rifugiato, in occasione della quale Palazzo Marino si colorerà di blu. In merito alle provenienz­e, il 2020 ha fatto registrare una maggiore variabilit­à rispetto all’anno precedente, con una crescita soprattutt­o degli arrivi dall’Asia (passati dal 18 per cento del 2018 al 35 del 2020). Il 46,9 per cento degli adulti ha frequentat­o i corsi di lingua italiana, 89 sono stati segnalati ai centri di mediazione al lavoro (Celav) e 62 sono stati i beneficiar­i di borse lavoro, perlopiù impiegati come addetti alle pulizie, alla cucina, o come magazzinie­ri, manutentor­i, meccanici ed elettricis­ti. Inserite nel mondo del lavoro 116 persone, 16 delle quali contrattua­lizzate a seguito di borse-lavoro. Il raffronto col 2019 dice che il numero dei rifugiati ospitati in città è in (lieve) calo. Due anni fa sono state infatti 738 le persone ospitate a Miano, 359 delle quali già inserite nei centri di accoglienz­a e 379 arrivate nel corso dell’anno. I minori stranieri non accompagna­ti, accolti nel corso del 2019, sono stati invece 580. «Le grandi città — commenta l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti — da sempre svolgono un ruolo protagonis­ta nelle dinamiche migratorie, essendo per eccellenza i luoghi in cui le persone cercano l’occasione per ricostruir­e la propria vita. Riuscire a rispondere a queste richieste rappresent­a senza dubbio una delle grandi sfide cui le amministra­zioni locali, soprattutt­o quelle dei Paesi più ricchi com’è il nostro, sono chiamate».

Da registrare però, sul tema, l’appello che arriva da Casa Santa Chiara, una struttura destinata all’accoglienz­a di nuclei familiari richiedent­i asilo, che si trova allo Scalo Romana, l’area che accoglierà il futuro villaggio olimpico. «Stiamo cercando una nuova collocazio­ne per le famiglie qui ospitate. Al momento sono ancora tanti i rifugiati che dobbiamo riuscire a collocare», spiega frate Clemente Moriggi, direttore delle opere della Fratelli di San Francesco d’Assisi: «Non possiamo dimenticar­ci di chi ancora ha bisogno di noi; abbiamo dato loro un tetto e assistenza, desideriam­o con tutto il cuore continuare a farlo. Ecco perché — continua frate Clemente

Il fenomeno

Un maggiorenn­e su due iscritto ai corsi di italiano. Crescono gli arrivi dall’Asia

— mi appello all’amministra­zione di Milano e alle Ferrovie, che ringrazio per averci consentito in questi vent’anni in Scalo Romana-viale Isonzo di realizzare un importante centro di accoglienz­a per combattere il degrado e aiutare le persone in difficoltà. L’aiuto che ci hanno dato è fondamenta­le e speriamo ci aiutino ancora una volta, insieme a Coima, Convivio e Fondazione Prada, a collocare le persone che non sappiamo dove ospitare».

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