Rotte migratorie: gli adolescenti superano gli adulti
La giornata mondiale del rifugiato Si inverte la tendenza. Profughi in calo rispetto all’era pre Covid
Più minori che adulti. Milano nel 2020 ha ospitato 504 rifugiati e 610 adolescenti stranieri non accompagnati (Albania, Egitto e Kosovo le nazionalità prevalenti). Dati in lieve calo rispetto al 2019.
Più minori che adulti. Nel corso del 2020 Milano ha ospitato 504 rifugiati, 378 dei quali già inseriti nei centri di accoglienza e 126 arrivati invece nel corso dell’anno. Quanto ai minori stranieri non accompagnati, quelli accolti al termine del 2020 sono stati 610 (Albania, Egitto e Kosovo le nazionalità prevalenti). È quanto emerge dal rapporto annuale fornito dal Comune, attraverso la rete del sistema di accoglienza e integrazione, per la giornata internazionale del rifugiato, in occasione della quale Palazzo Marino si colorerà di blu. In merito alle provenienze, il 2020 ha fatto registrare una maggiore variabilità rispetto all’anno precedente, con una crescita soprattutto degli arrivi dall’Asia (passati dal 18 per cento del 2018 al 35 del 2020). Il 46,9 per cento degli adulti ha frequentato i corsi di lingua italiana, 89 sono stati segnalati ai centri di mediazione al lavoro (Celav) e 62 sono stati i beneficiari di borse lavoro, perlopiù impiegati come addetti alle pulizie, alla cucina, o come magazzinieri, manutentori, meccanici ed elettricisti. Inserite nel mondo del lavoro 116 persone, 16 delle quali contrattualizzate a seguito di borse-lavoro. Il raffronto col 2019 dice che il numero dei rifugiati ospitati in città è in (lieve) calo. Due anni fa sono state infatti 738 le persone ospitate a Miano, 359 delle quali già inserite nei centri di accoglienza e 379 arrivate nel corso dell’anno. I minori stranieri non accompagnati, accolti nel corso del 2019, sono stati invece 580. «Le grandi città — commenta l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti — da sempre svolgono un ruolo protagonista nelle dinamiche migratorie, essendo per eccellenza i luoghi in cui le persone cercano l’occasione per ricostruire la propria vita. Riuscire a rispondere a queste richieste rappresenta senza dubbio una delle grandi sfide cui le amministrazioni locali, soprattutto quelle dei Paesi più ricchi com’è il nostro, sono chiamate».
Da registrare però, sul tema, l’appello che arriva da Casa Santa Chiara, una struttura destinata all’accoglienza di nuclei familiari richiedenti asilo, che si trova allo Scalo Romana, l’area che accoglierà il futuro villaggio olimpico. «Stiamo cercando una nuova collocazione per le famiglie qui ospitate. Al momento sono ancora tanti i rifugiati che dobbiamo riuscire a collocare», spiega frate Clemente Moriggi, direttore delle opere della Fratelli di San Francesco d’Assisi: «Non possiamo dimenticarci di chi ancora ha bisogno di noi; abbiamo dato loro un tetto e assistenza, desideriamo con tutto il cuore continuare a farlo. Ecco perché — continua frate Clemente
Il fenomeno
Un maggiorenne su due iscritto ai corsi di italiano. Crescono gli arrivi dall’Asia
— mi appello all’amministrazione di Milano e alle Ferrovie, che ringrazio per averci consentito in questi vent’anni in Scalo Romana-viale Isonzo di realizzare un importante centro di accoglienza per combattere il degrado e aiutare le persone in difficoltà. L’aiuto che ci hanno dato è fondamentale e speriamo ci aiutino ancora una volta, insieme a Coima, Convivio e Fondazione Prada, a collocare le persone che non sappiamo dove ospitare».