Bagioli, il ciclista re delle pentole
Nicola Bagioli, valtellinese, atleta professionista per un team francese realizza pentole in pietra ollare «Ho rischiato di non correre più dopo un incidente: mi sono reinventato seguendo la tradizione di famiglia»
Nicola Bagioli, 26 anni, ciclista professionista del team francese B&B Hotels, tra una gara e l’altra indossa i panni dell’artigiano e realizza pentole in pietra ollare.
LECCO Urtato da un’auto mentre si stava allenando lungo le strade valtellinesi alla vigilia del Giro d’Italia. Traumi e ferite, problemi alla schiena che nessuno sembrava essere in grado di curare. La paura di non farcela, la carriera a rischio e quel vecchio tornio ritrovato per caso nel laboratorio del nonno Renzo, quasi un invito a provare a intraprendere una nuova vita. Nicola Bagioli, 26 anni, ciclista professionista, casa in Valmalenco, non si è mai arreso: corre ancora, da poco per la squadra francese B&B Hotels, ma quel progetto nato in un momento di sconforto è diventato un lavoro che lo ha visto realizzare ed esportare le tipiche pentole valtellinesi in pietra ollare lavéc in tutto il mondo. Una tradizione di famiglia iniziata a Lanzada dal bisnonno Ludovico alla fine dell’Ottocento. Generazione dopo generazione fino al padre di Nicola che però, dopo alcuni anni, decise di cambiare lavoro. Il laboratorio chiuso, il tornio dimenticato.
Lui, miglior scalatore alla Tirreno-Adriatico del 2018, lo ha riportato in vita. Ciclista e artigiano, ha appena allestito la nuova vetrina della sua bottega nel piccolo borgo: piastre per la cottura dei cibi, bicchieri, coppe e naturalmente i
lavéc, realizzati a mano, tornio e scalpello, come si faceva una volta. «La mia attività principale resta il ciclismo — sorride Nicola, mentre mostra il laboratorio dove le caratteristiche pentole in grado di mantenere a lungo il calore prendono forma —. Al mattino mi alleno, faccio dai cento ai centocinquanta chilometri in bicicletta. Al pomeriggio vengo qui e inizio a lavorare. I racconti di papà e nonna su come nascevano i lavèc mi hanno sempre incuriosito e quando ho temuto che la mia carriera potesse essere a rischio, dopo l’incidente non riuscivo nemmeno più a salire in sella per il dolore, mi sono reinventato un’occupazione riscoprendo la tradizione di famiglia». Bagioli continua ad essere un asso del ciclismo e dopo due stagioni sfortunate si prepara a nuovi traguardi. «Le circostanze mi hanno portato a vestire i colori di un team estero, ma sono contento della scelta, è un’esperienza che sarà utile dal punto di vista sportivo e umano», racconta mentre con lo scalpello rifinisce una piccola pentola (le più grandi possono arrivare a costare 400 euro). La sua fidanzata Arianna ha creato un sito internet con la possibilità di fare acquisti online. Arrivano ordini dagli Stati Uniti, dal Belgio, dalla Germania, dalla Svizzera e da ogni parte d’Italia. «La richiesta più strana è stata quella di costruire con la pietra ollare, che mantiene sia il caldo che il freddo, piccoli cubetti da usare nelle bevande al posto del ghiaccio. All’inizio ero titubante, ma l’idea ha funzionato perché la domanda continua ad essere è molto alta». Lo aiuta papà Roberto, ora in pensione, a lui il compito di ricercare questo tipo particolare di roccia. «In zona se ne trova sempre meno purtroppo, tanto che ho dovuto importare alcuni pezzi dall’estero, ma il lavoro di tornitura e rifinitura a mano libera resta uguale a oltre un secolo fa». La pentola è finita, Nicola è pronto a tornare in sella.