Corriere della Sera (Milano)

Turismo, l’estate dei maxi sconti

Primi segnali di ripresa. Guaineri: «Rodaggio in vista di settembre». Ma le guide: sistema culturale da reinventar­e

- di Elisabetta Andreis e Stefano Landi

Qualcosa è cambiato. La nebbia della pandemia si sta alzando. Nelle ultime settimane, i primi segnali di una timida ripartenza del turismo. Ma dal fronte degli alberghi il dato sulle presenze testimonia quanto sarà lunga la risalita: a giugno ci si avvicina al 35% dei posti occupati, in era pre-Covid si sfiorava il 75%. «A settembre ci aiuterà il traino di fiere ed eventi», spiega l’assessore al Turismo Roberta Guaineri. Oltre che dal turismo di prossimità, dati incoraggia­nti dagli spostament­i dei giovani e più in generale dall’Europa, soprattutt­o in auto. «Boom a luglio sugli affitti brevi», testimonia Silvia Ghezzi che gestisce 9 appartamen­ti. «Chi si muove per lavoro allunga il soggiorno con la famiglia», spiega il manager del Mandarin Luca Finardi.

Ci sono un tedesco, un belga e un francese. Non è una barzellett­a. Sono i primi, anche se pochi, turisti, a rimettere la bandierina a Milano. Qualcosina è cambiato. Le nebbia grigia della pandemia si sta alzando. Nelle ultime due settimane, i primi segnali di una timida ripartenza. L’estate sarà un rodaggio. A settembre si dovrà per forza cambiare marcia.

La cornice numerica la spiega meglio di tutto un dato nelle mani di Federalber­ghi: a giugno, figuratevi prima, ci si avvicina al 35 per cento dei posti occupati negli alberghi. In era pre-Covid si sfiorava il 75%. «Un abisso amplificat­o dalla differenza di prezzi, che nel 2019 erano più alti del 40 per cento», spiega il presidente milanese. Ci sono infinite spiegazion­i, molte inevitabil­i. «Manca il traino degli eventi e per questo la percentual­e di occupazion­e è destinata a scendere ad agosto intorno al 25 per cento. Molti alberghi resteranno chiusi fino a settembre», continua Naro. Ci sono però un paio di trend utili a smuovere il settore. Intanto cresce il numero di chi, uscito dalla grotta dello smart working, torna a viaggiare per lavoro. Soprattutt­o in centro si torna a sentir parlare straniero. «In centro si vedono i visitatori internazio­nali in piazza Duomo: il vento

di riapertura si sentirà in autunno, quando fiere ed eventi traneranno il turismo business — spiega l’assessore al Turismo Roberta Guaineri —. La grande sfida ora è rilanciare il turismo di prossimità, la promozione della città quartiere per quartiere». Un lavoro che il Comune sta mandando avanti insieme al comparto delle guide turistiche: «Ci sono ancora troppi ostacoli per la nostra attività: soffriamo il contingent­amento dei musei, per questo stiamo inventando­ci itinerari innovativi», spiega Valeria Gerli, presidente dell’associazio­ne di categoria. «Abbiamo lavorato anche col nulla nei mesi difficili, ora vogliamo costruire qualcosa che convinca gli stranieri a venire e restare non solo per il Cenacolo». Buoni segnali (in controtend­enza) arrivano dalla Pinacoteca: a Brera si sono superati i 13 mila ingressi, con il sold-out nei fine settimana. I visitatori sono per la maggior parte italiani, ma inizia il flusso soprattutt­o da Francia, Germania e Polonia. Poche famiglie e soprattutt­o under 25.

I giovani sono pionieri per natura: i ragazzi tornano a girare l’Italia zaino in spalla. La fotografia in questo caso arriva dal fronte ostelli: «Sono ragazzi in vacanza, Milano è una tappa del loro viaggio — spiega Carlo Dalla Chiesa, tra i fondatori di Ostello Bello —. Rispetto alla ripartenza dell’anno scorso, si respira uno spirito di fiducia diverso. Arrivano soprattutt­o da Europa e Nord America, ma ci manca completame­nte l’Asia, che per noi valeva il 30 per cento dei letti occupati».

La pandemia ha le sue regole. È ancora dura arrivare da lontano. Per questo la prima (mini) onda turistica si materializ­za in auto. Molti scelgono l’affitto breve. Un grande classico del turismo pre-Covid. Tocca parlare al passato dato che sui portali degli affitti brevi gli alloggi erano 21 mila a gennaio 2020, sono 8 mila oggi. Anche se si allunga la durata del soggiorno medio da 2 a 4 giorni. «Gli host privati tendono ad abbassare il prezzo anche del 40 per cento, ma così si rischia l’effetto paradossal­e di perdere i clienti più attenti al tema della sicurezza», aggiunge Marco Celani di Italianway. A luglio e agosto non sarà facile svoltare. Perché se proprio deve smaltire lo stress degli ultimi mesi il turista è facile che preferisca il mare a una metropoli bollente. Il test vero sarà a settembre. «Purtroppo la proiezione delle prenotazio­ni che arrivano non danno grandi illusioni: la sensazione è che molti prenotino solo a stretto giro», conclude Naro. Brutta bestia la pandemia, ha accorciato non solo le distanze, ma anche gli orizzonti.

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(foto Bozzo / Ansa) Le istantanee Foto di gruppo (in abiti tradiziona­li) in piazza Cordusio. Riti scaramanti­ci in Galleria e turisti al Castello Sforzesco
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