Turismo, l’estate dei maxi sconti
Primi segnali di ripresa. Guaineri: «Rodaggio in vista di settembre». Ma le guide: sistema culturale da reinventare
Qualcosa è cambiato. La nebbia della pandemia si sta alzando. Nelle ultime settimane, i primi segnali di una timida ripartenza del turismo. Ma dal fronte degli alberghi il dato sulle presenze testimonia quanto sarà lunga la risalita: a giugno ci si avvicina al 35% dei posti occupati, in era pre-Covid si sfiorava il 75%. «A settembre ci aiuterà il traino di fiere ed eventi», spiega l’assessore al Turismo Roberta Guaineri. Oltre che dal turismo di prossimità, dati incoraggianti dagli spostamenti dei giovani e più in generale dall’Europa, soprattutto in auto. «Boom a luglio sugli affitti brevi», testimonia Silvia Ghezzi che gestisce 9 appartamenti. «Chi si muove per lavoro allunga il soggiorno con la famiglia», spiega il manager del Mandarin Luca Finardi.
Ci sono un tedesco, un belga e un francese. Non è una barzelletta. Sono i primi, anche se pochi, turisti, a rimettere la bandierina a Milano. Qualcosina è cambiato. Le nebbia grigia della pandemia si sta alzando. Nelle ultime due settimane, i primi segnali di una timida ripartenza. L’estate sarà un rodaggio. A settembre si dovrà per forza cambiare marcia.
La cornice numerica la spiega meglio di tutto un dato nelle mani di Federalberghi: a giugno, figuratevi prima, ci si avvicina al 35 per cento dei posti occupati negli alberghi. In era pre-Covid si sfiorava il 75%. «Un abisso amplificato dalla differenza di prezzi, che nel 2019 erano più alti del 40 per cento», spiega il presidente milanese. Ci sono infinite spiegazioni, molte inevitabili. «Manca il traino degli eventi e per questo la percentuale di occupazione è destinata a scendere ad agosto intorno al 25 per cento. Molti alberghi resteranno chiusi fino a settembre», continua Naro. Ci sono però un paio di trend utili a smuovere il settore. Intanto cresce il numero di chi, uscito dalla grotta dello smart working, torna a viaggiare per lavoro. Soprattutto in centro si torna a sentir parlare straniero. «In centro si vedono i visitatori internazionali in piazza Duomo: il vento
di riapertura si sentirà in autunno, quando fiere ed eventi traneranno il turismo business — spiega l’assessore al Turismo Roberta Guaineri —. La grande sfida ora è rilanciare il turismo di prossimità, la promozione della città quartiere per quartiere». Un lavoro che il Comune sta mandando avanti insieme al comparto delle guide turistiche: «Ci sono ancora troppi ostacoli per la nostra attività: soffriamo il contingentamento dei musei, per questo stiamo inventandoci itinerari innovativi», spiega Valeria Gerli, presidente dell’associazione di categoria. «Abbiamo lavorato anche col nulla nei mesi difficili, ora vogliamo costruire qualcosa che convinca gli stranieri a venire e restare non solo per il Cenacolo». Buoni segnali (in controtendenza) arrivano dalla Pinacoteca: a Brera si sono superati i 13 mila ingressi, con il sold-out nei fine settimana. I visitatori sono per la maggior parte italiani, ma inizia il flusso soprattutto da Francia, Germania e Polonia. Poche famiglie e soprattutto under 25.
I giovani sono pionieri per natura: i ragazzi tornano a girare l’Italia zaino in spalla. La fotografia in questo caso arriva dal fronte ostelli: «Sono ragazzi in vacanza, Milano è una tappa del loro viaggio — spiega Carlo Dalla Chiesa, tra i fondatori di Ostello Bello —. Rispetto alla ripartenza dell’anno scorso, si respira uno spirito di fiducia diverso. Arrivano soprattutto da Europa e Nord America, ma ci manca completamente l’Asia, che per noi valeva il 30 per cento dei letti occupati».
La pandemia ha le sue regole. È ancora dura arrivare da lontano. Per questo la prima (mini) onda turistica si materializza in auto. Molti scelgono l’affitto breve. Un grande classico del turismo pre-Covid. Tocca parlare al passato dato che sui portali degli affitti brevi gli alloggi erano 21 mila a gennaio 2020, sono 8 mila oggi. Anche se si allunga la durata del soggiorno medio da 2 a 4 giorni. «Gli host privati tendono ad abbassare il prezzo anche del 40 per cento, ma così si rischia l’effetto paradossale di perdere i clienti più attenti al tema della sicurezza», aggiunge Marco Celani di Italianway. A luglio e agosto non sarà facile svoltare. Perché se proprio deve smaltire lo stress degli ultimi mesi il turista è facile che preferisca il mare a una metropoli bollente. Il test vero sarà a settembre. «Purtroppo la proiezione delle prenotazioni che arrivano non danno grandi illusioni: la sensazione è che molti prenotino solo a stretto giro», conclude Naro. Brutta bestia la pandemia, ha accorciato non solo le distanze, ma anche gli orizzonti.