Corriere della Sera (Milano)

Un «vaccino» per la giustizia in crisi a Monza

La denuncia sul «Corriere». Il presidente del Tribunale: personale ridotto all’osso

- di Federico Berni

Il personale è ridotto all’osso. Così l’Ordine degli avvocati di Monza ha acquistato una pagina del Corriere per chiedere provocator­iamente un «vaccino» per gli uffici giudiziari brianzoli.

MONZA Si è trattato di una «scelta sofferta», ma quando si arriva «all’ultima spiaggia» — la condizione in cui versa la giustizia monzese —, allora servono «iniziative eclatanti». Come quella di intrapresa dall’Ordine degli avvocati di Monza, che ha acquistato una pagina nazionale del Corriere della Sera, diventata una lettera aperta indirizzat­a al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al premier Mario Draghi e al ministro della Giustizia Marta Cartabia, nella quale si chiede provocator­iamente un «vaccino» per gli uffici giudiziari brianzoli. Perché «chi chiede il riconoscim­ento dei propri diritti a Monza, godrà di una tutela monca e tardiva».

Sesto tribunale d’Italia per affari trattati e territorio (1,2 milioni di abitanti tra la Brianza e l’hinterland Nord di Milano), da decenni viene trattato come un foro secondario. È al ventunesim­o posto come organico di magistrati (54 giudici togati e 23 onorari), ma il vero punto dolente, nella scopertura d’organico diventata ormai fisiologic­a, è quello che riguarda la mancanza di personale amministra­tivo. Nove cancellier­i in servizio su 28 previsti in pianta organica, 20 funzionari su 34, 29 assistenti giudiziari su 44. La pandemia, con tutti i disagi che ha comportato per l’amministra­zione della giustizia in tutta Italia, non ha fatto altro che portare alla luce del sole problemi e lacune che si trascinava­no da anni. «Occorrono almeno otto mesi per poter prenotare la prima udienza in un procedimen­to di sfratto, e altrettant­i per poter prenotare l’udienza per un pignoramen­to. Gli avvocati sono, di fatto, nell’impossibil­ità di accedere alle cancelleri­e per tutelare gli interessi dei loro clienti, centinaia di richieste via pec restano inevase. All’ufficio volontaria giurisdizi­one, fino a poco tempo fa, era necessario attendere tre mesi per la cremazione di una salma». Situazione su cui si è soffermata la stampa locale, i presidenti del tribunale che si sono susseguiti negli anni, gli stessi avvocati attraverso canali istituzion­ali: tutto inutile. «Ci siamo decisi verso questa iniziativa inusuale per noi — commenta l’avvocato Vittorio Sala, presidente dell’Ordine forense — non per metterci in mostra, ma perché speriamo di farci ascoltare e di ottenere una soluzione. Il Covid ha fatto esplodere il bubbone».

Un «grido di dolore» condiviso dal presidente del tribunale Laura Cosentini, in prima linea, mese dopo mese, in un martellant­e rapporto epistolare col Ministero. «Ecco qui — dice leggendo le mail in ufficio —. Da gennaio sono quattro note ufficiali a Roma: ci servono rinforzi di personale amministra­tivo, non si può andare avanti così. Sopravvivi­amo grazie agli sforzi del personale ridotto ai minimi termini, ognuno lavora per dieci, non mi stancherò mai di dirlo». Una luce in fondo al tunnel, tra mille cautele, c’è: «Un rinforzo di cancellier­i in autunno arriverà, e su questo c’è una nota ufficiale del ministero, anche se non sappiamo ancora di che entità». Altre note positive arriverebb­ero dal Recovery Fund. Tre i progetti: la ristruttur­azione dell’ala est del Palazzo di giustizia, il recupero dell’ex distretto militare di piazza San Paolo, e la creazione di un unico archivio, che oggi, è sistemato in parte sotto una scuola media.

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Il Palazzo di giustizia di Monza, sesto tribunale italiano per affari trattati
(Radaelli) Ingresso Il Palazzo di giustizia di Monza, sesto tribunale italiano per affari trattati

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