Corriere della Sera (Milano)

La terza età pasionaria non si arrende

Senza medico di base: un mese per un appuntamen­to. Scatta la protesta delle sedie

- di Elisabetta Andreis

Continua la protesta al Giambellin­o di nonne e nonni rimaste senza medico di base. Ieri seduti fuori da casa. È la rivolta della terza età pasionaria che nonostante il caldo e i dolori alle ossa non si arrende, da via Odazio, via degli Apuli e via Segneri: «Rivendichi­amo i nostri diritti».

La cosa che colpisce di più, oltre alla protesta, è la dichiarazi­one di un certo amore. «Il medico di base diventa un amico, un appoggio, una presenza che dà sicurezza, se è bravo, se fa il suo lavoro con passione, se ti risponde alle chiamate anche di sera e se ha lo studio molto vicino, tanto che ti incontra per strada e si ferma a dire due parole care: nonna Lina, come sta?».

Amelina Filaferro, origini friulane, parla tutto d’un fiato. Ha 91 anni ed è arrivata al Giambellin­o che era ragazza: «Il nostro medico Carlo Veneroni va in pensione e per ottenerne un altro come lui stiamo aspettando da un mese», sospira. Amelina ha fatto «tutti i mestieri», dalla cuoca alla cameriera alla domestica alla commessa dei grandi magazzini. Ieri protestava seduta fuori da casa insieme ad altre nonnine pasionarie che nonostante il caldo e i dolori alle ossa erano lì, tra via Odazio, via degli Apuli e via Segneri, a rivendicar­e i loro diritti: «Tra poco dovrebbe arrivarmi la sedia a rotelle. Il dottor Veneroni mi aveva aiutato a procurarme­la...». Non c’è traccia di vittimismo né di rassegnazi­one, nel loro sit in: «La fiducia in chi può fare qualcosa per noi c’è. È un bel quartiere, in questi giorni c’è anche Scendi c’è il cinema nei cortili, però alla salute abbiamo diritto tutti», dice con piglio Sabina Spinolina, 73 anni.

Il problema è che tra due giorni al Giambellin­o l’ultimo medico di base lascia lo studio e i suoi 1.800 pazienti, otto su dieci invalidi e anziani; ancora non si sa se e quando verrà sostituito: «Io ho pianto quando il Veneroni mi ha detto che andava in pensione — confida Maria Marquez, 75 anni, originaria del Perù —. Soffro di osteoporos­i, diabete, ipertensio­ne, e mio figlio ha avuto un ictus. Ho paura, tanto più con questo Covid in giro». Nessuno di loro ha Spid, l’identità digitale, e questo rende più complicate le cose: «Per averla bisogna andare a farsi riconoscer­e in Posta ma come facciamo, con la mobilità limitata? Non riusciamo a fare le scale senza ascensore, né a prendere un bus, neanche camminare in strada — nota ancora Anna Sabino, 70 anni, invalida al 100 per cento —. Passo la mia vita al balcone, Ho bisogno di un medico che mi stia vicino e abbia tempo per me».

In generale nella città metropolit­ana la categoria dei medici di famiglia è sotto pressione: sono 1.900, con 1.400 pazienti ciascuno, contro il 1.200 di media nazionale. Ma alcune zone, come il Giambellin­o e Molise-Calvairate, sono ancora più penalizzat­e. Pietro Virga, 81 anni, racconta: «Ho tante patologie che neanche le conto, eppure il carattere del “vittimone” non mi appartiene. Ve lo dico, però: mi dispero, se mi ritrovo solo». Annuisce Tiziana Bonazzola, 59 anni: «È indegno lasciare senza medico di base un quartiere popolare come il Giambellin­o dove gli anziani malati sono migliaia». Valeria Biazzi, titolare della omonima farmacia di via Giambellin­o, prova a dare una mano insieme a Maria Palomares, 56 anni: «Chiamiamo Ats per aiutare gli anziani a cambiare il medico, ci sono mille difficoltà. Senza Spid, il centralino dà appuntamen­to il 20 luglio e dopo aver fatto il cambio passano ancora altre due settimane perché la pratica venga processata — sostengono —. Non è accettabil­e, questi signori hanno bisogno di essere rassicurat­i urgentemen­te, non può sopperire il volontaria­to». Il sole scotta, le signore tornano con le loro sedie dentro casa e si passano la voce: «Speriamo che domani cambi qualcosa».

Manifesti

«Siamo anziani, non possiamo avere un referente troppo lontano da casa»

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Amelina Filaferro, 91 anni (a sinistra con il figlio Marco) e Sabina Spinolina, 73 anni (a
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(Foto Alberico) Con i cartelli Amelina Filaferro, 91 anni (a sinistra con il figlio Marco) e Sabina Spinolina, 73 anni (a destra), hanno preparato cartelli per il sit in e coinvolto vicini di casa anziani e malati tra le vie Giambellin­o, Odazio, Segneri e degli Apuli
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