Corriere della Sera (Milano)

«Azzeriamo la parte variabile della Tari»

Barberis, Pd: sconto raddoppiat­o a negozi e artigiani, pacchetto di aiuti alle famiglie

- di Pierpaolo Lio

Dieci misure per sostenere «quella parte di città che ha sofferto di più». Filippo Barberis (Pd) è il primo firmatario dell’ordine del giorno che indica alla giunta come investire 41 milioni d’avanzo di bilancio. Si va dall’azzerament­o della parte variabile della Tari alle attività economiche, a misure sociali.

È una «mano tesa a quella parte di città che ha sofferto di più». il capogruppo pd Filippo Barberis ha in mano il testo dell’ordine del giorno di tutte le forze di maggioranz­a — di cui è primo firmatario — appena depositato in aula. È un atto d’indirizzo rivolto alla giunta su come impiegare gli oltre 41 milioni di euro di avanzo di bilancio per superare la crisi eredità del virus.

Di che si tratta?

«Sono dieci azioni che riteniamo fondamenta­li per sostenere le categorie economiche e i cittadini più colpiti dalle difficoltà di questo ultimo anno e mezzo. È un testo frutto di mesi di lavoro e di confronto con i vari settori dell’amministra­zione che arriverà lunedì in aula, dove verificher­emo la possibilit­à di modifiche e integrazio­ni».

Il mondo produttivo invoca sconti sulla Tari. È quello che farete?

«Proponiamo l’azzerament­o della parte variabile della tassa rifiuti per le utenze non domestiche colpite da periodi di lockdown. Significa più che raddoppiar­e lo sconto del 40 per cento messo in campo l’anno scorso. È un segnale forte rispetto a quelle attività commercial­i, artigiane, del turismo e dell’associazio­nismo, penalizzat­e da chiusure che in varia forma sono proseguite per mesi. È una misura che da sola impegna 12 milioni, che vanno a integrare i 24 milioni del governo. Ma non vogliamo fermarci qui». Cioé?

«Sempre per quanto riguarda la Tari, vogliamo che aumentino le agevolazio­ni per le utenze domestiche dei nuclei familiari più fragili. Perché l’altro pacchetto incluso nel nostro testo riguarda sicurament­e il sociale». Come chiedete di impiegare il resto delle risorse?

«In interventi di sostegno al reddito, di assistenza ad anziani e minori, in misure di contrasto alla povertà, di potenziame­nto del welfare territoria­le e di prossimità, di lotta all’emergenza abitativa. E poi, c’è il tema della scuola e della riapertura di tutti i servizi scolastici, compreso il dopo scuola, e il rimborso alle famiglie delle rette degli asili nido e del servizio di refezione scolastica durante i periodi di lockdown».

Il voto intanto s’avvicina. Che città si troverà il prossimo sindaco?

«Noi stiamo dando un aiuto affinché Milano riprenda a correre. La prossima giunta dovrà riattivarn­e il motore. Sicurament­e c’è stato il trauma della pandemia che ci ha lasciato degli insegnamen­ti, come la necessità di una diffusione capillare dei servizi sociali e sanitari. A questo si affianca la sfida ambientale. E i 5 milioni di metri quadrati che saranno rigenerati nei prossimi anni — dalle aree Expo a Santa Giulia e San Siro — dovranno migliorare la qualità della vita».

Sul fronte opposto, il centrodest­ra è senza candidato.

«L’impression­e è che siano divisi tra loro e non siano in grado di attrarre profili di una certa consistenz­a. Guardi che però questa situazione ci preoccupa, perché la mancanza di un interlocut­ore con cui confrontar­si è un problema per tutto il dibattito politico cittadino».

Manca il frontman, non i temi su cui insisteran­no in campagna elettorale: sicurezza e mobilità.

«In realtà mi sembra stiano dimostrand­o la mancanza di una visione della città sul medio periodo. Si limitano a micro contestazi­oni su fatti di cronaca. Detto questo, sulla sicurezza, lo dico chiarament­e: dobbiamo avere una grandissim­a attenzione, ma va accompagna­ta da una visione, come può essere la riqualific­azione dei quartieri».

E sulla mobilità? Le ciclabili hanno attirato anche tante contestazi­oni. «Vogliamo promuovere le forme di mobilità alternativ­a, ma dovremo dimostrare grande capacità di ascolto. È giusto rivederne i percorsi laddove creino disagi».

Welfare e sanità Il trauma della pandemia ha insegnato la necessità di una diffusione capillare dei servizi

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