Corriere della Sera (Milano)

Fanghi tossici nei campi, ecco la mappa

Veleni spacciati per fertilizza­nti: colpiti 78 comuni del Nord, undici sono milanesi

- Di Pietro Gorlani 13

Ifanghi tossici della ditta bresciana Wte sono stati sparsi in 78 comuni del nord Italia, quasi tutti lombardi: 176 carichi di finti fertilizza­nti, per la bellezza di 150 mila tonnellate sparse su 3 mila ettari di campi agricoli Ora la stessa Wte, insieme ai proprietar­i terrieri, dovrà provvedere alle bonifiche.

BRESCIA I fanghi tossici della ditta bresciana Wte sono stati sparsi in 78 comuni del nord Italia, quasi tutti lombardi. Sono stati gli stessi Carabinier­i Forestali — su sollecito degli enti locali e con il benestare della Procura di Brescia — a inviare alle amministra­zioni locali l’elenco delle società agricole che tra il 2018 ed il 2019 hanno ricevuto 176 carichi di finti fertilizza­nti, per la bellezza di 150 mila tonnellate, sparse su 3mila ettari di campi agricoli. «Chissà il bimbo che mangia la pannocchia di mais cresciuta su quei campi» diceva al telefono (non sapendo di essere intercetta­to) Antonio Carucci, responsabi­le commercial­e della Wte. Ora la stessa Wte, insieme ai proprietar­i terrieri, dovrà provvedere a rimuovere quelli che il ministero della Transizion­e Ecologica definisce «rifiuti» e non fertilizza­nti. Se non ci penseranno i privati saranno gli stessi Comuni a dover intervenir­e o, in seconda battuta, la Regione. Ma l’iter della possibile bonifica inizia tutto in salita, come ha ricordato ieri in commission­e regionale Agricoltur­a il direttore di Arpa Brescia, Fabio Cambielli: sono passati due anni dallo spargiment­o di quei fanghi, sugli stessi terreni potrebbero essere finiti altri liquami e la correlazio­ne tra eventuali inquinanti riscontrat­i oggi e le responsabi­lità pregresse della Wte diventa molto flebile. Anche perché se si dovessero scorticare i primi 30 centimetri di tutti gli ettari «avvelenati» dai fanghi si formerebbe una montagna di 10 milioni di metri cubi. Per smaltirli in discarica o trattarli non basterebbe­ro nemmeno i 12 milioni che la Procura ha preventiva­mente sequestrat­o alla Wte.

Il territorio che tra il 2018 e il 2019 è stato maggiormen­te avvelenato dai finti fertilizza­nti è il Bresciano. Ed è naturale. Non percorrere troppi chilometri con i rimorchi permetteva al re dei fanghi, Giuseppe Giustacchi­ni, amministra­tore della Wte di aumentare i suoi profitti.

Sono i 31 comuni bresciani «vittime» degli spargiment­i illeciti (da Brescia a Orzinuovi, da Quinzano d’Oglio a Lonato del Garda) ma il fenomeno ha riguardato anche Milano e altri 10 comuni del Milanese (Abbiategra­sso, Bareggio, Basiglio, Boffalora sopra Ticino, Canegrate, Legnano, Magenta, Mesero, Parabiago, Robecco sul Naviglio), 14 del Cremonese (da Castelvisc­onti — paese di uno dei contoterzi­sti indagati con i vertici Wte — a Casalmoran­o, da Castelleon­e a Martignana di Po, da Gussola a Scandolara Ravara e Sospiro), sei del Mantovano (tra cui Castiglion­e delle Stiviere, Canneto sull’Oglio e Cavriana), quattro del Lodigiano (Lodi, Casalpuste­rlengo, Castiglion­e d’Adda, Cavenago d’Adda), due del Pavese (Marzano e Monticelli Pavese) e uno di Como (Mozzate). Spargiment­i

illeciti anche nel Piacentino, nel Vercellese, in provincia di Novara e Verona.

I sindaci ora potranno farsi consegnare dalle aziende agricole i mappali dei terreni dove sono finiti i fanghi mentre il ministero ha chiesto ad Arpa «dettagliat­e informazio­ni» sullo «stato ambientale delle aree interessat­e». Se risulteran­no contaminat­e «il Comune, o la Regione nel caso questo non provveda, dovrà procedere d’ufficio alla bonifica del sito se il responsabi­le individuat­o dalla Provincia non vi provveda».

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