Colonnine fuori posto
Vi scrivo dopo aver visto nascere nel bel mezzo della facciata dell’immobile dove ho lo studio, in piazza Arcole, edificio di archeologia industriale, il cui primo corpo di fabbrica risale al 1894, successivamente ampliato e poi ristrutturato dall’architetto Mario Bellini tra il 1991 e il 1993, un orribile armadio in plastica verde e, di fronte, una colonnina verde per la ricarica delle auto elettriche. E mi sono chiesto: perché lì, perché proprio in mezzo (decentrata, tra l’altro, rispetto alle finestre) alla facciata, in mezzo al marciapiede? Abbiamo, di fianco, un ampio parcheggio, di fronte un lungo e largo marciapiede che costeggia la piscina Argelati e invece no, è stato deciso che lì aveva senso.
La via dell’elettrico per le automobili è oramai tracciata e nei prossimi anni saremo invasi da colonnine e armadi in ogni dove. È mai possibile che non ci sia il buon senso di definire caratteristiche e modalità di collocazione (sia nella logica dell’erogazione del servizio come della tutela dei beni)? La Commissione paesaggio del Comune di Milano (così come di qualsiasi comune d’Italia) ha delle direttive per la collocazione di questi generatori, o le varie aziende possono semplicemente inoltrare la domanda ed eseguire l’installazione? Se passa la logica che possono essere messi dove e come si vuole (di tutti i tipi), sarà un obbrobrio avallato da chi invece dovrebbe tutelare il paesaggio. Tra l’altro, per la cronaca, armadio e colonnina sono stati installati a febbraio, siamo alla fine di giugno e la colonnina non è ancora in funzione e in mezzo al marciapiede ci sono ancora i cartelli dei lavori in corso.