TRUFFATORI E CODICI OTP, I SILENZI CHE CI SALVANO
Al telefono il discorso è più o meno questo: «Sono il dottor Tal dei Tali, funzionario della banca presso la quale lei ha il conto e poiché in questi giorni si stanno verificando operazioni che definiamo sospette su vari conti correnti, vorremmo metterla in guardia: mi dia il suo Otp, così controlliamo». L’Otp — per chi non lo sapesse ancora — è la password temporanea per eseguire operazioni bancarie. Giustamente allarmato voi date l’Otp. Errore! Perché avrete poi l’amara sorpresa di un buco cospicuo nel vostro gruzzolo in banca. C’è gente che dopo questa telefonata si è trovata il conto svuotato. Telefonata falsa non c’è dubbio. Per nessuna ragione al mondo la banca vi chiede di fornire il codice operativo e questa certezza dovrebbe già far nascere nel cliente almeno un dubbio, il sospetto di un imbroglio. Così come saggezza vorrebbe che fossimo tutti estremamente prudenti nelle comunicazioni via computer. Nell’ultimo triennio un terzo degli utenti email ha ricevuto telefonate fraudolente. Già le banche sono caute.Un noto istituto di credito manda per esempio ai suoi clienti via computer questo messaggio: «Ricorda che la tua banca non ti chiederà mai di fornire via email le tue credenziali di accesso, di aprire allegati o di installare software di alcun genere». Sta di fatto che nel 2019 come nel 2020, le truffe online sono state all’incirca duecentomila. Dunque: se vi arriva una telefonata del genere la vostra risposta dev’essere tutta in un semplice gesto, quello della mano che rimette la cornetta al suo posto: il mutismo assoluto è la migliore difesa.