IL TOCCASANA DELLA PASTA INTEGRALE UNA SCELTA SENZA SEMPRE PIÙ DIFFUSA
La pasta, non c’è dubbio, è un simbolo della cucina italiana. Nonostante si dica che «fa ingrassare», rientra perfettamente nella salutare dieta mediterranea, se controlliamo la quantità che mettiamo nel piatto e il condimento, che non deve essere ricco di grassi. I nutrizionisti raccomandano la pasta integrale, più ricca di minerali, vitamine e fibra, che migliora la funzionalità intestinale e aumenta il senso di sazietà, contribuisce a regolare il microbiota dell’intestino e abbassa il carico glicemico del pasto ed è utile per prevenire malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e il tumore del colon. Questa scelta per molti di noi non è semplice, o meglio non lo era fino a qualche tempo fa.
Il consumo di alimenti integrali è in aumento da diversi anni, in parte perché siamo sempre più attenti al rapporto fra alimentazione e salute, ma anche perché la pasta integrale che si trova in commercio oggi ha caratteristiche organolettiche migliori rispetto alle prime tipologie. La producono tutti i marchi noti, si trova anche con il marchio dei supermercati e non ha niente da invidiare a quella bianca.
È ciò che emerge dalla classifica di Altroconsumo, stilata considerando diversi aspetti: trattamento termico (la temperatura altera le caratteristiche organolettiche e nutrizionali), presenza di pesticidi (nessun pericolo secondo l’indagine) e di micotossine (sempre sotto la soglia di pericolosità, anche se si potrebbe fare meglio), tenuta di cottura, prova di assaggio ma anche chiarezza dell’etichetta e sostenibilità della confezione. Considerando 25 marchi di pasta sia bianca che integrale, sul podio troviamo le penne integrali bio a marchio Libera terra, seguite dalle penne integrali Esselunga, che fra l’altro costano poco più della metà delle prime classificate.
La qualità La fattura dei prodotti è migliorata negli anni Per questo aumenta la domanda