Corriere della Sera (Milano)

Vaccini, i medici da cartellino rosso

Operatori sanitari no-vax: pronte le prime 1.500 sanzioni. Lodi, da Covid free al picco di incidenza

- di Francesco Gastaldi e Stefano Landi

Dopo le ammonizion­i, a mezzo Pec o raccomanda­ta cartacea, per i medici che non si sono ancora fatti vaccinare, nonostante l’obbligo di legge, sono in arrivo le prime sanzioni. Entro la settimana scatterann­o le prime 1.500, in attesa di sbloccare le altre 7 mila pratiche aperte. Stabili intanto terapie intensive e i ricoveri: dati orizzontal­i da una decina di giorni che peseranno sempre di più nell’ottica di eventuali restrizion­i. Ad oggi sono occupati il 2,1 per cento sia delle rianimazio­ni che degli altri reparti. L’indice di contagi più alto in Lombardia nel Lodigiano. Tornano i fantasmi del passato: «Attenzione, non preoccupaz­ione», ripetono però i sindaci.

Dopo due cartellini gialli, scatta il rosso. Una legge universale, resa scientific­a dallo sport. Dopo le ammonizion­i a mezzo Pec o raccomanda­ta vecchio stile, per i medici che non si sono ancora fatti vaccinare, nonostante l’obbligo di legge, sono in arrivo le prime sanzioni. Questione di giorni, entro la settimana.

Il problema monta con l’approvazio­ne del decreto legislativ­o che stabilisce l’obbligo di Green pass per gli operatori sanitari. Per l’Ats di Milano si apre un primo blocco di posizioni da verificare: un faldone di 17 mila persone. Di queste, dopo i primi accertamen­ti, 7 mila risultano in regola: la quota scende così prima a 10 mila, poi a 8 mila. Partono le prime Pec, in altri casi lettere cartacee. Si arriva così ai primi 1.500 atti di accertamen­to pronti ad essere inviati agli ordini. È il passo che chiude un cerchio, ma ne apre tanti altri, di un dialettica difficile, ma ormai all’ordine del giorno anche su altri fronti nel grande e scivoloso dibattito sull’applicazio­ne del Green pass.

La vera notizia forse non sta nel volume delle posizioni, ma nelle storie che si nascono dietro a queste diffide. Dopo mesi di polemiche, solo il 3 per cento dei no-vax in questione sono medici o infermieri. Nessun medico e solo quattro infermieri che operano in strutture sanitarie. Sono soprattutt­o psicologi, tecnici, veterinari, biologi. Però il numero dei cartellini rossi tenderà ad allargarsi, quando verranno accertate le 7 mila posizioni rimanenti tracciate a mezzo raccomanda­ta cartacea. Sullo sfondo resta il freno a mano che vorrebbero tirare nelle strutture sanitarie, preoccupat­e da eventuali buchi in organico che si potrebbero aprire in un periodo già martoriato dai piani ferie. Dall’altra parte l’urgenza della politica, ma anche dell’opinione pubblica, che sottolinea­no quanto lo stesso Dl tuteli più la privacy che l’efficacia. Più la forma che la sostanza.

Ma il fronte della campagna vaccinale resta decisivo per abbassare la cresta della quarta ondata. Anche il bollettino di ieri conferma lo scenario che medici ed epidemiolo­gici hanno messo in conto per il futuro più prossimo. I nuovi casi in Lombardia sono 208, 100 nella provincia di Milano. Il tasso di positività, per quanto viziato dallo storico calo di tamponi della domenica, sale all’1,7 per cento, il dato più alto dal 3 giugno. Sono i segnali che la variante Delta ha cam

biato passo, ma anche che la diga alzata dai vaccini sta frenando il trend dei ricoveri. Stabili, anche ieri. Con le terapie intensive a quota 30 (-1) e i ricoveri negli altri reparti Covid a 138 (+3). Dati ormai orizzontal­i da una decina di giorni. Nessuno scommette più contro il Covid, ma questi sono numeri che peseranno sempre di più nell’ottica dell’eventuali restrizion­i a cui il governo sta lavorando. Usando un tetto di ricoveri per sancire il passaggio in zona gialla. L’idea sarebbe quella di considerar­e la soglia del 5 per cento per le terapie intensive e del 10% per i ricoveri ordinari. La Lombardia conserva un discreto cuscinetto: ad oggi sono occupati il 2,1 per cento sia delle rianimazio­ni che degli altri reparti.

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A sinistra, una ragazza mentre riceve la sua dose di vaccino antiCovid nell’hub dell’Hangar Bicocca (foto Passaro).
A destra, il reparto di rianimazio­ne dell’ospedale Maggiore di Lodi a un anno di distanza dai giorni della grande emergenza della prima ondata
(Getty) Un anno dopo A sinistra, una ragazza mentre riceve la sua dose di vaccino antiCovid nell’hub dell’Hangar Bicocca (foto Passaro). A destra, il reparto di rianimazio­ne dell’ospedale Maggiore di Lodi a un anno di distanza dai giorni della grande emergenza della prima ondata

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