Bonola, nasce l’orto urbano da guinness
Gara del Comune per chi lo realizzerà: «Sarà il più grande campo cittadino del mondo»
Cinquanta ettari di campi agricoli a 10 minuti dalla fermata del metrò di Bonola che potrebbero raddoppiare. Destinati a diventare il più grande parco agricolo urbano del mondo. Palazzo Marino ha dettato le linee guida. Poi la gara. «Una svolta» dice Fedrighini.
È la rivoluzione dell’agricoltura urbana. Quella destinata a risolvere una lunga serie di criticità e che consiste nel coltivare, trasformare e distribuire cibo all’interno di un’area urbana o peri-urbana. Cibo a chilometro zero, riduzione del consumo di suolo, sostenibilità ambientale. E se per quello che è successo a Detroit con la realizzazione di 8 mila metri quadrati di orti urbani si parla di miracolo che cosa si dirà del progetto su cui sta lavorando Milano? Cinquecentomila metri quadrati di agricoltura di prossimità a dieci minuti a piedi dalla fermata del metrò di Bonola. Potrebbero diventare un milione se si trova un accordo (e sembra probabile) con gli attuali proprietari dei 50 ettari confinanti. In ogni caso sarebbe il più grande parco agricolo urbano del mondo avviato da una municipalità. Per fare un raffronto, l’azienda agricola creata sul tetto del Parc des Expositions a Parigi ha un’estensione di 14mila metri quadrati. Il Brooklyn Grande di New York presentato nel 2010 come l’orto urbano più grande del mondo misura 6.500 metri quadrati.
La giunta di Palazzo Marino, ha approvato le linee di indirizzo per «la valorizzazione delle aree agricole» a Trenno, 53 ettari di campi acquistati dal Comune nel 2019. È un’area compresa fra il parco di Trenno, l’abitato della frazione Trenno e Boscoincittà, attraversata dal deviatore Olona, da fontanili e da canali irrigui. I 53 ettari rappresentano circa la metà di un’area verde complessivamente di 113 ettari, un tempo di proprietà delle società immobiliari del gruppo Ligresti e passate poi di mano a Unipol e Unicredit. Al netto di cosa succederà con gli ettari di proprietà dei privati, Palazzo Marino vuole puntare le sue carte su un progetto strategico che risponda a una serie di criteri: lo sviluppo di un sistema agricolo periurbano sostenibile con l’integrazione tra la vocazione produttiva agricola e la valorizzazione paesaggistica, ecologica e ambientale. Che significa agricoltura biologica, ossia niente pesticidi, maggiore occupazione e la possibilità di far tornare fruibile quel verde da parte di tutta la cittadinanza grazie anche alla risistemazione dei sentieri e la realizzazione di piste ciclabili. Secondo: la coltivazione di prodotti agricoli di qualità, con l progettazione di apposite filiere corte diversificate. Significa chilometro zero e diversificazione delle coltivazioni.
Sulla base di queste e altre indicazioni, il Comune predisporrà una gara per individuare il soggetto che dovrà realizzare l’operazione. In realtà, un progetto c’è già. Quello del Cfu, il Centro di forestazione urbana, inventore e gestore di Boscoincittà. Il nome è evocativo: Terre di Città (finanziato dalla Fondazione Cariplo). Riguarda tutti e 100 gli ettari e prevede la conversione dell’attuale coltura tradizionale, prevalentemente a riso, in un sistema di agricoltura biologica. Con due aree: da una parte la coltivazione cerealicola e foraggera, per un’estensione di circa 80 ettari, dall’altra la coltivazione di tipo orto-floro-frutticola, per un’area di circa 16 ettari. I rimanenti 4-5 ettari sono destinati all’incremento delle aree di natura integrate alle coltivazioni e al paesaggio. Obiettivo: la promozione di un’agricoltura ambientalmente e economicamente sostenibile, biologica e la promozione dell’imprenditoria giovanile, «Per me si chiude un cerchio — dice l’ambientalista Enrico Fedrighini — dopo aver lottato per difendere questi territori agricoli dalla speculazione immobiliare, ora la loro integrazione in un modello di città sostenibile per tutti». Fedrighini elenca i benefici di un progetto del genere.
Chilometro zero
L’obiettivo è creare un sistema perimetrale di agricoltura biologica con sentieri e ciclabili
Gli ambientalisti Fedrighini: «Abbiamo lottato per difendere i terreni dalla speculazione immobiliare»
«È una scelta strategica fondamentale non solo per l’agricoltura, ma per l’intero ecosistema milanese, integrando economia urbana e sostenibilità ambientale nella produzione primaria. L’agroecologia urbana significa nuova occupazione, preservare la fertilità dei terreni e il sistema idrografico milanese, tutela della biodiversità e della salute, produzione alimentare di prossimità, pratiche di economia circolare (compost e concimi prodotti dai rifiuti vegetali), integrazione dell’attività agricola con il sistema dei parchi metropolitani». Chiaramente, la prima difesa riguarderà la protezione del consumo di suolo. Negli anni passati, i proprietari dell’area avevano addirittura proposto di realizzare un eliporto a Cascina Melghera, con strade, servizi e funzioni annesse che avrebbero stravolto la vocazione agricola dell’area.