«Il sogno di Santorini è diventato un incubo»
Partenze bloccate dal modulo Plf. Le compagnie: un disastro
No Plf? Niente Grecia, niente mare. È la sorpresa che anche ieri hanno trovato diversi viaggiatori in coda al check-in all’aeroporto di Malpensa. Il Plf, Passenger locator form, è il documento indispensabile per partire verso le isole elleniche. Per le autorità greche il solo green pass non è sufficiente, ma è fondamentale compilare il modulo entro la mezzanotte del giorno prima della partenza. Altrimenti si resta a terra, come raccontano i turisti mancati.
Valigie fatte, il pensiero è già al mare turchese e ai profili candidi del paesaggio di Santorini. E invece no, non si parte. Il fermo arriva ancora davanti al check-in, ad un passo dalla salita sull’aereo. «Avete compilato il Plf (il Passenger Locator Form)?», è la domanda spartiacque che genera panico tra i viaggiatori che iniziano a rovistare tra tutti i documenti, i fogli stampati e le e-mail della prenotazione del volo. «Un disastro, continuiamo a dover spiegare che serve anche il Qrcode per entrare in Grecia», spiegano le addette delle compagnia aerea che indirizzano i passeggeri al desk. La certificazione verde non è sufficiente per viaggiare in Europa, ogni nazione ha le sue regole d’ingresso, la Grecia in particolare, ha una tempistica per la compilazione del modulo che sembra difficile da rispettare (le 23.59 della sera precedente la partenza). «Ho controllato sul sito del governo ellenico un giorno prima. La sera, una volta rientrato a casa dopo lavoro (sono un infermiere)», sottolinea Justin Kakkanattu 25 anni di Genova. «Ho compilato il Plf e ho ricevuto la mail di conferma». Non è bastato, perché anche se tutta la procedura online è stata fatta correttamente, in Grecia era già passata la mezzanotte, quindi niente codice da presentare in aereoporto. «Una settimana di ferie prenotata incastrando i miei impegni e quelli della mia ragazza che viene da Zurigo, ora non possiamo tornare a Genova».
Una storia che si ripete: vaccinati e con certificato verde ma impossibilitati a partire. «Noi non possiamo proseguire con l’imbarco — spiegano da Easy Jet — abbiamo creato una pagina dedicata sul nostro sito che aiuta i passeggeri a capire quali documenti sono necessari in base alla destinazione, mandiamo e-mail prima della partenza, ma evidentemente non è sufficiente». Sguardi tristi anche per una coppia arrivata dal Portogallo, che ha scoperto del Plf solo dopo aver acquistato il biglietto per la Grecia, lo stesso giorno del volo (e quindi automaticamente costretti a comprare un altro biglietto). Eleonor e Francesco dovranno anche rifare i tamponi in aereoporto a loro spese: «Se dobbiamo rimandare di un giorno scadono le 48 ore dei nostri test».
Tra i delusi dell’ultim’ora ci sono anche persone che sono riuscite nella registrazione. Come quattro ragazze francesi, che informandosi sul sito del governo ellenico (travel.gov.gr) hanno ricevuto il codice e possono proseguire il viaggio. Sara e Antoine, 28 anni da Parigi, sono arrivati con tre ore di ritardo dalla Francia, hanno prenotato con due mesi di anticipo volo, albergo e ristoranti. «Non siamo persone disorganizzate, siamo vaccinati e abbiamo scelto di viaggiare in paesi Schengen propri per evitare questi disagi. Non è accettabile, è scandaloso».
La corsa alla chiamata alla compagnia aerea è il primo passo, ma il cambio volo è gratuito solo entro altre tempistiche, che la coppia francese non può rispettare. «Se l’avessi saputo prima, avrei cambiato meta per le vacanze». C’è anche chi non ci crede perché ha gli amici già in Grecia che aspettano il loro arrivo, «Ci dovevamo informare meglio, abbiamo prenotato una settimana fa», dice Niccolò, 21 di Milano. Il mea culpa è una dichiarazione sofferta che accomuna i viaggiatori, compresa una studentessa libanese che risiede a Padova e che stava per rientrare in famiglia dopo oltre un anno lontana da casa. Il Plf serve anche per lo scalo. Un sistema basato su un algoritmo regola le vacanze estive, senza possibilità di modifica. Non è una beffa, è la vita al tempo della pandemia, anche se nel 2021.