Arianna Errigo, così in piscina prova colpi di fioretto in apnea
La preparazione per Tokyo di Arianna Errigo, campionessa di fioretto e sciabola: immersioni nella piscina termica più profonda al mondo «Grazie a questi esercizi sulla respirazione riesco a migliorare il controllo in pedana e a gestire l’ansia»
La scherma in apnea. Le meravigliose immagini degli allenamenti della campionessa monzese di fioretto e sciabola, la 33enne Arianna Errigo, alla sua terza Olimpiade. Anche tre minuti di fila sott'acqua per lavorare sulla respirazione e migliorare la «gestione» della pedana.
Qui si narra di piscina e di Olimpiadi, ma non della solitudine di una corsia d’acqua (che peraltro ammalia anziché stancare i nuotatori): Arianna Errigo è una campionessa di fioretto e sciabola nonché nativa di Monza, e dei brianzoli possiede la scrupolosa determinazione aliena a divagazioni naif quali per esempio, nel suo caso, la politica, la televisione, i libri e le frasi velenose o meno di colleghe e di ex colleghe, essendo per appunto lei concentrata sul suo mondo, ovvero la scherma, e finita lì. Scherma conosciuta, amata e mai tradita da quando ha sei anni.
Ora che ne ha trentatré, s’è preparata per Tokyo immergendosi nella piscina d’acqua termale più profonda al mondo, e gran bellezza architettonica, la «Y-40» a Montegrotto Terme, in provincia di Padova. Non è la prima in quanto altri sportivi come Federica Pellegrini già si erano affidati al maestro Mike Maric, che dell’apnea è esperto universale; però forse, e non appaia retorica del momento oppure del soggetto in questione, di rado Maric aveva accompagnato sportivi così tenacemente cocciuti. Errigo ha già vinto e in abbondanza, a cominciare dalle Olimpiadi, la sua età coincide con la parte finale del ciclo sportivo, eppure ha voluto andar di sotto. Non tanto o almeno non soltanto per giovare dei benefici termali che rilassano la muscolatura e lo scheletro grazie alla temperatura calda e ai sali minerali, quanto per migliorare la presenza in pedana. Possibile? Ovvio, e ascoltiamo sul tema lo stesso Maric: «In una prestazione sportiva di alto livello, è chiave di volta anche tutta la parte di recupero. Vince chi recupera prima e meglio». Ecco come si sono sviluppati gli allenamenti. Prima parte: applicare le tecniche di respirazione all’apnea statica, cioè scendendo sott’acqua e lì restando aumentando la permanenza fino a tre minuti e con recuperi assai brevi, quasi istantanei, tra una sessione e la successiva. Seconda parte: simulare, sempre in piscina, i movimenti della scherma, per migliorare la gestione delle fasi di attacco e difesa, e degli intervalli, e insieme per potenziare il controllo dell’ansia e accelerare i tempi di recupero della lucidità, fondamentale per sferrare una nuova offensiva. Come spiegano da secoli gli esperti, saper respirare bene – e ascoltare il proprio respiro — migliora la vita, quindi l’attività sportiva; aiuta a esplorare la fatica del fisico e della mente, pulisce dalle scorie, cura anzi rigenera.
Errigo è alla sua terza Olimpiade; pluri-specialista, gareggerà però nel fioretto e non nella sciabola, per decisione della Federazione che lei ha contestato con forza e continuerà, s’intende, a contestare. Amen, poi poco cambia: inseguirà la medaglia d’oro che le manca, il titolo individuale nel fioretto. Ha la fortuna di un’esistenza che la entusiasma e diverte, l’appassiona, l’appaga, la stimola. Non era necessario né raccomandato il passaggio dal maestro Maric, ma non poteva essere altrimenti, e non unicamente per le spettacolari immagini in pagina a beneficio di tutti quanti, tifosi e non tifosi, esperti e non esperti. «Ha una grinta pazzesca» ha detto lui. «Buon viaggio a me» ha postato lei sul profilo Facebook in partenza per il Giappone. Un messaggio breve, conciso, agonistico, forse chissà pure olimpionico. Per intanto, nell’attesa, un messaggio da Arianna Errigo.