È L’ERA DELLA TURBO-LONGEVITÀ MA I 70ENNI NON SONO ANZIANI
Caro Schiavi, scrivo in ordine all’articolo di cronaca relativo allo scippo di Porta Romana. Per favore rivolgetevi con maggior rispetto alla mia categoria. Il 73 enne non è uno tanto anziano. Basta con il definire anziani gli over 60 che sono gli acquirenti del Corriere che mantengono anche i sopraddetti scriventi.
Bianca Maria Malinverni
Gentile Bianca Maria, ci risiamo. Dare dell’anziano a un 70enne è come sparare sulla Croce Rossa e la mia risposta è netta: lei ha ragione. Trattenga però la cattiveria gratuita sugli acquirenti del Corriere: le assicuro che ci sono anche dei giovani, magari attraverso l’Ipad o lo smartphone, abbonati alle piattaforme online dove il quotidiano fornisce un’informazione a ciclo continuo, con aggiornamenti e newsletter. Il giornale è anche un ponte tra generazioni e il tentativo di portare a bordo giovani e meno giovani coinvolge oggi la stampa di tutto il mondo: noi ci crediamo e ci proviamo.
Fatta questa premessa, veniamo all’anziano che avanza e all’età che non ci appartiene più. Nella demografia dell’eufemismo, è vero, la vecchiaia è come rimossa. C’è la terza età. C’è la quarta. Persino la quinta. Poi ci sono gli anziani. E i grandi anziani. Quando si diventa anziani, è la domanda delle cento pistole. I geriatri indicano la soglia di sbarramento a 75 anni, ma è una soglia mobile. Finché si è tonici, magri, belli, benestanti, ben vestiti, non si è né anziani né vecchi, ha scritto Loredana Lipperini che sugli anziani tiene da anni un interessante blog. Si è senior. Pantere grigie. Over 60. Giovani ottantenni. Vecchi con riserva…
In realtà il discrimine vero è lo stato di salute. Oppure, come diceva Albert Einstein, quando i ricordi superano i sogni. O più semplicemente la vista s’indebolisce, l’andatura diventa incerta e i tempi di recupero si allungano. Sbagliano in buona fede anche gli esperti del Cts che indicano un’età sopra o sotto i 60 per la somministrazione del vaccino Astra Zeneca: ci può messere un 65 con un’eta biologica da 58. Ma chi lo stabilisce?Il dato anagrafico non sempre corrisponde allo stato psicofisico che definisce il benessere di una persona: ci sono magnifici 70enni e disastrosi 50enni. È l’effetto della turbo-longevità che possiamo considerare una conquista, ma che non deve essere un alibi: bisogna imparare anche ad invecchiare, possibilmente con un po’ di ottimismo e con un sorriso ogni tanto. Che speriamo ci conceda, come attenuante.