Corriere della Sera (Milano)

Botticelli superstar

La Madonna del Libro vola dal Poldi Pezzoli a Parigi. E insidia la Dama simbolo del museo

- Francesca Bonazzoli

Una nuova signora regna sul museo Poldi Pezzoli: la Madonna del Libro di Botticelli. Poco per volta, negli ultimi anni è riuscita persino a insidiare la fama finora indiscussa della Dama del Pollaiolo. Tutti la vogliono ammirare e in questi giorni è Parigi a mettersi in fila per lei. La direttrice del Poldi Pezzoli, Annalisa Zanni, l’ha infatti appena lasciata in custodia al museo Jacquemart-André per la mostra «Botticelli, artiste et designer», inaugurata venerdì scorso.

È vero che le richieste di prestito per Botticelli stanno superando quelle per la Dama del Pollaiolo?

«In questo momento storico sì. Ecco perché siamo molto prudenti nel prestare: innanzi tutto per motivi di conservazi­one e poi per rispetto dei nostri visitatori che si aspettano di trovare l’opera nelle sale di via Manzoni».

Anche sui canali social è diventata la star del museo?

«Credo che le Poldi Pezzoli Stories pubblicate durante la pandemia abbiano contribuit­o molto alla sua fama in un momento in cui le persone avevano bisogno di essere risarcite dalla bellezza e dai valori spirituali».

Eppure nei volti di Botticelli c’è sempre un velo di tristezza che rende le sue figure distaccate: anche in questo quadro il Bambino cerca invano lo sguardo di Maria.

«La madre è assorta perché ha la percezione del destino tragico del figlio: gli sguardi che non si incrociano rispecchia­no l’isolamento dei due destini. Però credo che il pubblico percepisca l’atmosfera accoglient­e della casa, di quell’ambiente domestico con la ciotola di frutta, il libro e la finestra aperta che fa entrare una luce calda. È un quadro consapevol­e, ma non triste».

Perché i direttori dei musei accompagna­no le opere quando le prestano?

«Non è sempre il direttore a farlo. A volte si mandano altre persone dello staff. In questo caso l’opera è talmente importante che sono andata personalme­nte, accompagna­ta dalla restauratr­ice Paola Zanolini. Essere presenti all’apertura della cassa consente di verificare lo stato di conservazi­one dopo il viaggio e filmare tutto in un video che servirà poi a chi andrà a ritirare l’opera a fine mostra. Ma questi viaggi sono anche l’occasione per rinnovare relazioni e confronti tra colleghi».

Quante richieste di prestiti ricevete all’anno?

«In media una ventina e ne autorizzia­mo da cinque fino a sette, compresi gli oggetti di arte decorativa. Le condizioni per dire sì sono prima di tutto la validità del progetto scientific­o; poi la reciprocit­à con il museo richiedent­e e quanto tempo possiamo privarci dell’opera senza deludere le aspettativ­e dei nostri visitatori».

Ci sono opere che non si muoveranno mai?

«Ne abbiamo stilato un elenco cui deroghiamo solo in casi eccezional­i perché in ogni spostament­o c’è sempre un rischio nonostante la tecnologia sia ormai sofisticat­a. Per esempio di recente abbiamo detto no alla richiesta per il Piero della Francesca. Potremmo acconsenti­re solo nel caso venga ricomposto il polittico di cui faceva parte, oggi disperso in diversi musei del mondo».

La direttrice Zanni In questo momento le persone hanno bisogno di essere risarcite dalla bellezza e dai valori spirituali

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La Madonna di Sandro Botticelli nelle sale del museo parigino Jacquemart­André
In trasferta La Madonna di Sandro Botticelli nelle sale del museo parigino Jacquemart­André
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Hotel particulie­r Il Jacquemart-André

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