Dodici denunce Ma il ladro di bici non è pericoloso
Cremona, l’uomo denunciato 12 volte in 18 mesi. Il tribunale rigetta la richiesta del questore
Èun ladro di biciclette, ma per i giudici non è «socialmente pericoloso». Tanto da rigettare la richiesta del questore di Cremona che per Antonio Galdini, 57 anni, aveva chiesto la «sorveglianza speciale». Anche perché Galdini ruba le bici non per rivenderle, ma solo per farci un giro. Poi le abbandona.
CREMONA È cresciuto in Calabria in una famiglia numerosa: papà, mamma e sette fratelli. Il padre faceva lo spazzino, in casa Galdini di soldi ne giravano pochi. Il piccolo Antonio non ha mai avuto una bicicletta. Si è messo a rubarle, da adulto. «Ho sbagliato, ma non aver mai posseduto una bici da bambino mi è rimasta dentro, mi ha preso la testa. Io, però, le rubavo solo per farci un giro». Non le ha mai vendute per guadagnarci. Le ha sempre abbandonate nelle vie di Cremona, da 42 anni la sua città. Ne ha rubate molte, di giorno e di notte, Antonio Galdini, 57 anni, «ladro di bicidro clette», ma non un mafioso.
Lo dicono i giudici della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Brescia, che hanno rigettato la proposta della Procura, su richiesta del questore di Cremona, di mettere Galdini sotto sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per un anno «perché socialmente pericoloso». Non lo è Antonio, un omone che di soprannome fa Ponghino, il padre «ucciso in Calabria nel 1992, testimone di un delitto». Cresciuto solo, 290 euro di pensione di invalidità e 630 di reddito di cittadinanza, casa del Comune, Antonio ha cominciato la sua carriera di ladi biciclette nel 2014. Ci ha preso gusto a pedalare e abbandonarle. Nell’ultimo anno e mezzo ha collezionato dodici denunce. Nel 2016, le prime condanne. «Le scassinavo con la trancia», dice Antonio, che ha fatto la prima elementare: «Poi a scuola non ci sono più voluto andare». Rubare biciclette è un reato. Ma «il Tribunale
— è scritto nelle decreto — dovrebbe comunque applicare a Galdini un’etichetta di soggetto socialmente pericoloso, ossia persona che pone a repentaglio concretamente ed intensamente la tranquillità e la sicurezza pubblica». I giudici osservano che «il codice antimafia e, quindi, l’istituto della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, evoca scenari ben diversi da quello in cui si trova ad operare un ladro di biciclette in un territorio relativamente tranquillo quale quello della provincia cremonese». E «pur prendendo atto della sistematicità e del numero
I giudici «La sorveglianza speciale evoca scenari diversi rispetto a questo genere di furti»
La difesa Non le rivendevo, le prendevo solo per fare un giro e poi le abbandonavo: da bambino non ne ho mai avuto una
delle condotte, della mancanza di sensibilità per il diritto di proprietà altrui», Galdini non ha una caratura criminale tale da giustificare «un regime di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza».
«L’avvocato deve sapere andare oltre gli atti giudiziari — spiega il difensore, Raffaella Parisi —. Galdini ha vissuto e vive in una situazione di disagio sociale. Ha difficoltà a deambulare, non sa leggere, si esprime in prevalenza in dialetto. Ho cercato di fargli capire che non deve più rubare».