Cabassi fa ricorso contro il PalaItalia per le Olimpiadi
Santa Giulia, la società immobiliare al Tar contro la variante per l’impianto
La battaglia legale
Il gruppo ha già presentato un’istanza per chiarire il destino del Palasharp
Una battaglia legale che rischia di finire in un guaio olimpico. Il gruppo Cabassi ha depositato ieri un ricorso al Tar contro la delibera urbanistica per l’area del PalaItalia, l’arena di Santa Giulia che dovrà ospitare le gare di hockey maschile ai Giochi invernali del 2026 e la cerimonia d’inaugurazione delle Paralimpiadi per diventare subito dopo il palazzetto per sport e concerti della città. I Cabassi, proprietari del Forum di Assago, si erano già rivolti (con successo) al Tar per contestare la delibera di assegnazione del restyling del Palasharp di Lampugnano. La nuova azione legale sull’area di Santa Giulia rischia di rallentare la corsa contro il tempo per la realizzazione del palazzetto olimpico.
Il 27 maggio scorso il Consiglio aveva approvato la ratifica dell’adesione del Comune all’atto integrativo dell’accordo di programma MontecityRogoredo che consentiva di portare a compimento il quartiere. L’atto prevedeva il riassetto planivolumetrico dell’area con una rimodulazione dei servizi complessivi. Invece dell’auditorium pubblico inizialmente indicato, il nuovo piano introduceva l’arena olimpica, con intorno un parco di 365mila metri quadrati, nuove scuole, un museo per i bambini, una biblioteca, una nuova sede del Conservatorio, residenze, attività commerciali, uffici e negozi di vicinato.
Tra i voti contrari, quello di Basilio Rizzo di Milano in Comune, mentre Enrico Marcora di Fratelli d’Italia non aveva partecipato al voto. E proprio Marcora oggi attacca: «Era già scritto nelle carte e già detto in aula. La fretta è cattiva consigliera. Il sindaco Sala ha voluto una delibera zoppa. Questo è il risultato di una visione non aperta al dialogo. Inoltre a troppe domande non si sono date risposte. È evidente che se non si troverà un soluzione giuridica ed è possibile un ritardo nella realizzazione delle opere per le Olimpiadi».
L’arena al chiuso più grande e moderna d’Italia. Avrà la forma di un’enorme astronave, con sedicimila spettatori all’interno e una piazza di 10mila metri quadrati davanti. Le operazioni di bonifica dei terreni sono già in corso, i cantieri «veri» dovrebbero invece aprire nell’autunno del 2022 per concludersi entro il 2025. Prima del battesimo a cinque cerchi. Ma per la città, subito dopo, dovrà essere soprattutto l’arena polifunzionale che, come ha sottolineato lo stesso Beppe Sala, da troppo tempo manca. Sarà Cts Eventim, uno dei leader nel settore della biglietteria e dell’organizzazione di eventi live, a progettare, realizzare e gestire la nuova struttura di Santa Giulia con un investimento complessivo di 180 milioni di euro. La società gestisce, tra i tanti, l’Apollo di Londra, Tempodrom di Berlino, Lanxess Arena a Colonia. Dopo l’anno olimpico, la stima che il futuro palazzetto possa ospitare tra i 130 e i 200 eventi all’anno, tra sport, rock ed eventi vari d’intrattenimento.
«È una nuova arena che attendiamo da tanto tempo, quasi a prescindere dalle Olimpiadi. Adesso pensiamo ai Giochi e ad arrivare con i lavori finiti al momento giusto, poi l’arena sarà un patrimonio di Milano», aveva commentato dieci giorni fa Beppe Sala. Ricorsi e battaglie legali permettendo.