Corriere della Sera (Milano)

«Secchi di benzina contro gli agenti» La sfida ai divieti del popolo No vax

Allerta per i raduni di oggi. Le minacce in chat

- Di Cesare Giuzzi

«Come superare il blocco di polizia? Due secchiate di benzina e qualche fiammifero. Si sciogliera­nno come neve al sole, chi resta vivo ci penserà dieci volte prima di fare il nazista».

La parole dei No vax e No green pass che girano sulle chat Telegram sono tutto fuorché benauguran­ti. Specie se si considera poi che si tratta di commenti agli articoli sulle disposizio­ni della questura per il raduno di oggi pomeriggio. L’aver precettato 16 manifestan­ti, individuat­i come taciti organizzat­ori — per la loro partecipaz­ione all’organizzaz­ione dei cortei delle ultime settimane —, non sembra aver calmato gli animi. Anzi. Le forze dell’ordine hanno indicato l’obbligo di una manifestaz­ione statica e di ritrovo in piazza Sempione, all’Arco della Pace, in sostituzio­ne dell’ormai tradiziona­le piazza Fontana.

Scelta che, a parole ma con toni bellicosi, i No vax non sembrano gradire: «Dobbiamo fare come abbiamo sempre fatto, le forze dell’ordine non possono arrestare migliaia di persone. Avanti tutta», scrive una sostenitri­ce del movimento via chat. «Ecco bravo, protestare in modo pacifico non serve a niente — gli fa eco un altro attivista —, se non ci sono i primi morti non cambia niente. Si devono buttare le bombe anche se muoiono persone che non c’entrano niente. Solo con le bombe e la morte cambia qualcosa».

Va precisato che i messaggi non sono tutti così, qualcuno timidament­e fa presente che la protesta è sempre stata pacifica e dovrà esserlo ancora. Il movimento No pass ha però ampiamente alzato i toni. Basti pensare alle 39 denunce per il corteo di sabato scorso quando ci sono stati blocchi stradali, e a questo bisogna aggiungere le ripetute indagini e perquisizi­oni ordinate dai pm dell’Antiterror­ismo, guidati da Alberto Nobili, per l’assalto al gazebo dei 5 Stelle e per i progetti di «attacchi violenti» della chat «i Guerrieri». Riassume il tutto un altro utente: «Se fossimo quattro gatti non ci sarebbero questi problemi... imporre regole a una manifestaz­ione non autorizzat­a significa legittimar­la e riconoscer­e che non si può più ignorare il dissenso».

La battaglia delle forze dell’ordine contro l’autoprocla­mato popolo No vax è complicata. Non si tratta di movimenti gerarchici, intavolare trattative con gli organizzat­ori è stato finora inutile visto che la forza della massa ha sempre preso il sopravvent­o e soprattutt­o nessuno ha mai chiesto, dal 24 luglio a oggi, autorizzaz­ioni per i raduni. La «clandestin­ità» non è una strategia ma la fotografia del movimento: nessun vero leader, non una connotazio­ne politica (anche se in testa al corteo di sabato si sono visti neofascist­i), non un esercito. Piuttosto truppe di 50-60enni mai visti prima in piazza. Contro i quali non si può contrappor­re la dinamica di scudi e manganelli, ma anche il dialogo è impossibil­e data l’assenza di figure in grado di orientare la manifestaz­ione.

Per questo oggi non sarà un sabato qualsiasi. Ma un banco di prova importante per la gestione dell’ordine pubblico. L’imput di corso Monforte e via Fatebenefr­atelli è preciso: rispettate le regole, Milano non può essere in balia dei manifestan­ti. I No vax fanno però sapere che il luogo del ritrovo — ore 18 — non cambierà: piazza Fontana. Ben più di un guanto di sfida. Sperando che i toni si alzino soltanto a parole.

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Stop al corteo Dopo i blocchi di sabato scorso (39 denunce e 16 manifestan­ti precettati), la questura ha imposto un presidio statico all’Arco della Pace

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