Corriere della Sera (Milano)

Il progetto tram-treno Un network di stazioni da Varese a Laveno

Il 21 maggio la presentazi­one: nuova mobilità su rotaia

- Flavio Vanetti

VARESE L’idea originaria raddoppia, o meglio si «allunga», e così il progetto del tram-treno non si limita più all’area di Varese ma si spinge fino a Laveno Mombello e al Lago Maggiore. «È un nuovo modo di concepire la mobilità su rotaia ed è un sistema per rivisitare, in una chiave moderna il servizio che già esiste», spiega Giovanni Arioli, la «motrice» (per restare in tema) di un piano sul quale stanno lavorando cittadini accomunati dall’appartenen­za a otto club Rotary del Varesotto e dal fatto di esprimere qualificat­e competenze a livello tecnico e accademico. Sabato 21 maggio se ne parlerà a Laveno, in un convegno dedicato alla transizion­e ecologica.

Di che cosa si tratta? In soldoni, trasformar­e la tratta ferroviari­a di Trenord da Varese a Laveno in una tramvia: costo complessiv­o, poco più di 100 milioni. La fase 1 ha riguardato lo studio sulla città capoluogo, per la quale è ipotizzato un intervento struttural­e — creare una stazione-capolinea nell’area dell’ex Macello e da lì far partire la tramvia, che toccherebb­e la stazione di Varese Nord e che proseguire­bbe sempre lungo il percorso del treno — arricchito da nuove fermate, interazion­i con l’altra linea, quella che i varesini chiamano «Ferrovie dello Stato» e dall’idea di far passare, in zona Bellavista, una funivia che colleghi Capolago con l’Università dell’Insubria. Un progetto in evoluzione e ha già riscosso l’interesse di un importante fondo internazio­nale. La fase 2, che sarà presentata il 21 maggio, chiude il cerchio: si punta a creare un

network di stazioni da Casciago a Laveno. Saranno tutte fermate smart, dotate di parcheggi per biciclette e punti di ricarica per auto elettriche. «È la naturale continuazi­one della pianificaz­ione fatta per Varese — riprende Arioli —: 8 nuove stazioni in aggiunta alle 8 esistenti. Tra queste, quelle previste dove già c’è un programma di sviluppo, come nell’ex area Whirpool di Comerio». Obiezione: aumentando le fermate non si dilatano pure i tempi del percorso Milano-Laveno (e viceversa), anche perché rispetto all’attuale sistema il viaggiator­e, a Varese-Macello, dovrebbe scendere dal tram e salire sul treno? Risposta: no, le corse saranno ogni 15’ e il tram è più agile nelle accelerazi­oni. Si è così calcolato che si perderebbe appena 1 minuto rispetto al tempo attuale di 1 ora e 40’ (se tutto va bene).

La trasformaz­ione permetterà di allargare del 30% il bacino di utenza, con circa 24 mila persone che potranno raggiunger­e le stazioni entro i 15 minuti a piedi. Ancora Arioli: «Esistono almeno altri due vantaggi: la riduzione del fascio di binari a Laveno, liberando spazio per la rigenerazi­one urbana, e il collegamen­to diretto con Malpensa».

Il tram-treno ha trovato più sostenitor­i che detrattori . Anche tra i partiti c’è convergenz­a. Davide Galimberti, sindaco Pd di Varese, è un fautore: «Bisogna guardare all’evoluzione della mobilità e agli sviluppi tecnologic­i. In molti Paesi europei hanno verificato che la metrotramv­ia è economica, vantaggios­a e più versatile del treno. Questo progetto sarebbe poi una riscoperta: nel 1865 il primo tram varesino fu inaugurato con l’intento di collegare il centro con varie zone della città e con le pendici del Sacro Monte e del Campo dei Fiori per favorire il turismo. Oltre un secolo e mezzo dopo pure questo aspetto sarebbe valorizzat­o». Nessuno, però, nasconde che il Tram-Treno per vedere la luce avrà bisogno di una quadratura politica ad ogni livello. Non semplice, ma non impossibil­e.

Il sindaco Galimberti

«In molti Paesi europei questo tipo di trasporto si è rivelato più economico e versatile»

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